ePrivacy and GPDR Cookie Consent management by TermsFeed Privacy Generator In viaggio con Sorrentino | Italy for Movies

In viaggio con Sorrentino

Per acclamazione, Paolo Sorrentino è per tutti, e per molti anni lo sarà ancora, il custode della Grande Bellezza di Roma e, per traslato, dell’Italia.

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Le location

Castel Sant'Angelo
Regione: Lazio Tipologia: Castello Territorio: centro storico
Latina
Regione: Lazio Tipologia: Città Territorio: centro storico
Lungotevere – Roma
Regione: Lazio Tipologia: Fiume Territorio: centro storico, città
Napoli
Regione: Campania Tipologia: Città Territorio: città, mare
Parco archeologico del Colosseo
Regione: Lazio Tipologia: Sito archeologico Territorio: centro storico, città
Piazza Navona - Roma
Regione: Lazio Tipologia: Piazza Territorio: centro storico, città
Sabaudia
Regione: Lazio Tipologia: Città Territorio: lago, mare, pianura

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Castel Sant'Angelo – Roma

La Grande Bellezza di Roma

Questo film, vincitore di Premio Oscar come migliore opera straniera nel 2014, gli ha consegnato le chiavi della città, così come nella sua valigetta misteriosamente le detiene una delle creature notturne raccontate, Stefano, amico delle principesse e “guardiano” dei palazzi più belli. Da Palazzo Nuovo a Palazzo Barberini e Palazzo Spada, dalla Villa del Priorato dei Cavalieri di Malta a Villa Medici, sono solo alcune delle porte che si schiudono insieme allo sguardo a mezz’asta di Jep Gambardella, un Toni Servillo che è disincantato cicerone in mezzo all’incanto.
Ha ragione lui, Roma devi imparare a passeggiarla mollemente nell’alba di un Lungotevere assonnato, a tenerla nella sequenza intera di un pensiero immacolato scovando il Cupolone da un buco della serratura sull’Aventino, oppure catturarla in un aforisma bruciante lasciandosi alle spalle la fontana di piazza Navona. Allora, diamoci una colonna sonora, il coro nudo di I Lie di David Lang, per esempio, e guardiamo in direzione di quel che Sorrentino ci indica. Ed ecco la rivelazione di una Roma in cui precipitiamo da terrazze vista Colosseo. Che sta nelle orazioni del mattino di bianche suorine svolazzanti, nei profili ghiacciati e perfetti delle statue dei Musei Capitolini, nell’ovale misterioso della Fornarina di Raffaello, nella spada vittoriosa dell’arcangelo Michele in cima a Castel Sant’Angelo, nei vettori miniati in cielo dagli stormi e nella meraviglia dei santi.



 
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Napoli

Una Napoli nascosta

Ed è bello andare a cercare Sorrentino - che pure di tanto in tanto emigra in America (This Must Be the Place) o in Svizzera (Youth) portando con sé sempre la capacità di tirare al limite dell’altezza, e dei bordi esplorabili, un’inquadratura, incuneandosi nello spazio lasciato libero dalla realtà - anche nella sua Napoli. Quasi non si vede nel suo primo film L’uomo in più, non la vedono i suoi protagonisti, trascinati al bordo della sconfitta. Napoli sta accidentalmente, ancora, nelle Conseguenze dell’amore, drammaticamente nel Divo (portato anche nei sontuosi palazzi torinesi, e a Roma).
Il regista torna a casa per la sua storia più intima, È stata la mano di Dio, titolo con il quale, mentre riporta alla mente l’inesorabile gol di mano dell’idolo Diego Maradona nei quarti di finale dei mondiali di calcio del 1986 tra Argentina e Inghilterra, racconta se stesso attraverso il suo alter ego Fabietto Schisa, diciassettenne in cerca della propria strada tra gli eventi che lo travolgono nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Da piazza del Plebiscito gremita di automobili d’epoca, al lungomare, alla galleria Umberto I, stavolta sono i luoghi più iconici della città a comparire, quasi a rivelare una storia a sé, dietro la macchina da presa.

Napoli è protagonista, insieme a Capri, anche del suo ultimo lavoro Parthenope, in Concorso a Cannes 2024. Un lungo viaggio, sin dalla nascita, nella vita di Parthenope, che della sua città porta anche il nome. Un’epica del femminile che segue tutta la sua esistenza, accompagnata da Napoli, sfondo emotivo e luogo principale delle riprese, città indefinibile, che “ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male”, come la definisce Sorrentino. 



 
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Lago di Sabaudia

Il ritorno nella Roma papale passando per Latina e Sabaudia

L’interno predomina nello scavo di un’anima presepiale, brutta e cattiva come quella dell’Amico di famiglia, girato tra Latina e Sabaudia. Ma di nuovo a Roma si ritorna e, allora, la musica che risuona (poiché ogni inquadratura del regista napoletano sta anche sul pentagramma) è una canzone di Nada, Senza un perché. Serve a portarci sull’ultimo lavoro congedato che è la serie The Young Pope la temeraria sfida, vinta, di raccontare un papa da giovane. Non c’è più Jep, o forse c’è ancora sotto la talare candida del bel papa Belardo interpretato da Jude Law che, come il suo progenitore, ha l’abitudine di vagolare. Roma questa volta è ingegnosa composizione: gli interni di San Pietro ritrovati nella Chiesa dei Santi Luca e Martina, gli appartamenti papali a Palazzo Braschi, i Giardini Vaticani frutto di sintesi. Molto non è vero, completamente ricostruito come la Cappella Sistina o la facciata di San Pietro. Il cinema di Sorrentino, in fondo, è mirabolante fuoco d’artificio.



 
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