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Biblioteche

Una delle biblioteche più famose della letteratura italiana l’ha magistralmente descritta Umberto Eco nel suo capolavoro Il nome della rosa. Un film di Jean-Jacques Annaud e una serie tv hanno reso in immagini quella descrizione, ma non la troverete mai poiché ricostruita in studio. Il nostro cinema non sembra amare tantissimo le biblioteche, tuttavia ha sbirciato qualche volta in questi scrigni del sapere. Quello che segue è un racconto suggerito da questi luoghi un po’ misteriosi di cui l’avvento di Internet non ha fatto che accentuare il fascino.

 

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Biblioteca Angelica – Roma

Avventure tra i libri

Oggi, avendo a disposizione congegni sempre connessi di tutte le forme e dimensioni, potrebbe risultare un po’ antiquato fare delle ricerche sfogliando pesanti volumi. Eppure nel nostro immaginario le biblioteche continuano a mantenere un’aura di conoscenza mista a rispetto che difficilmente ci restituisce il web: è come se contrapponessimo l’ordine al caos, il silenzio al rumore, il sapere che persiste nel tempo a quello ad uso e immediato consumo.

Così Robert Langdon, personaggio di fantasia dalla cultura enciclopedica che abbiamo imparato a conoscere grazie ai libri di Dan Brown e al volto di Tom Hanks, in Angeli e Demoni (2009) sente il bisogno di cercare la soluzione di un mistero nella Biblioteca Vaticana, luogo aperto solo a pochi eletti, e mentre assistiamo inermi allo strappo di pagine ingiallite da testi antichissimi e alla distruzione di intere sale colme di libri di inestimabile valore non possiamo che tirare un sospiro di sollievo, noi amanti di questi luoghi magici, al pensiero che “è solo un film”. E se la Biblioteca Vaticana resta poco accessibile ai set come a noi comuni mortali, quel tesoro immenso custodito nella Biblioteca Angelica di Roma, teatro di alcune scene del film, è intatto, pronto per essere ammirato dentro e fuori dagli schermi.

Parlando di avventura non possiamo non citare il re degli archeologi, Harrison Ford-Indiana Jones, che in una delle tante scorribande, L’ultima Crociata, è giunto fino a Venezia alla ricerca di indizi sul Santo Graal. Il mistero si svela sotto forma di un’indicazione scolpita su un sarcofago nelle catacombe di una chiesa sconsacrata e riconvertita in biblioteca. Quella citata nel film è la Biblioteca Marciana, ma l’esterno è quello della Chiesa di Santa Barnaba. Una panoramica ci mostra dall’alto la sala della biblioteca. Impossibile vedere i luoghi in cui fu girata la sequenza, ricostruiti in studio. La biblioteca invece esiste davvero, si trova in Piazzetta San Marco e ospita, tra le altre cose, 620.000 volumi a stampa e 13.000 manoscritti: le sue sale monumentali valgono una visita.



 
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Biblioteca del Seminario Maggiore – Bressanon

Un luogo per lo studio

L’infanzia di Giacomo Leopardi trascorre lenta, a Recanati (MC), assieme ai fratelli Carlo e Paolina, occupata in uno studio matto e disperatissimo nella biblioteca di famiglia. Unica distrazione: osservare dalla finestra la sfortunata Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di famiglia, a cui il poeta dedicherà l’indimenticabile A Silvia. Mentre legge di tutto, Il Giovane Favoloso inizia a rendersi conto che l’universo è fuori, fuori dalla sua casa-biblioteca e lontano dal caro “ermo colle” che ispirò L’infinito. Quella casa tuttavia è ancora lì, una villa settecentesca di proprietà dei discendenti della famiglia Leopardi che custodisce una sontuosa biblioteca di ben 20.000 volumi, incurante del tempo che passa, indimenticabile come i versi del suo più illustre inquilino.

Un luogo di studio è la Biblioteca storica del Seminario Maggiore di Bressanone (BZ) in cui si rifugia Amy Ryan, studentessa fuori corso e stuntwoman, amante dell’affascinante professor Ed Phoerum interpretato da Jeremy Irons ne La Corrispondenza di Giuseppe Tornatore. Un film dalla trama malinconica e atmosfera cupa, in cui una relazione extraconiugale si sviluppa principalmente attraverso email, messaggi e videochiamate anche dopo un evento decisivo per l’uomo. Piccolo gioiello barocco, la biblioteca antica del seminario è decorata con stucchi e affreschi opera di Franz Anton Zeiller. La sala, che contiene 20.000 volumi, è a due piani collegati da una scala a chiocciola ed è visitabile occasionalmente su richiesta.



 
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Biblioteca di Palazzo Primoli – Roma

Fuga dalla realtà

Nel film Il giardino dei Finzi-Contini (1970) di Vittorio De Sica, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani, la biblioteca è allo stesso tempo l’ultimo baluardo di una libertà negata e un rifugio contro le barbarie esterne. A Ferrara nel 1938 sono in vigore le leggi razziali. Giorgio, uno studente ebreo, viene invitato a lasciare la postazione dove sta studiando: ritroviamo ancora una volta gli ambienti austeri della Biblioteca Angelica di Roma. Al giovane viene offerto di utilizzare la biblioteca della villa dei Finzi-Contini, ovvero quella di Palazzo Primoli a Roma. Nella villa e nel suo immenso giardino, i Finzi-Contini conducono una vita ritirata, circondati da pochi amici, mentre il mondo fuori si avvia verso lo sfacelo della seconda guerra mondiale.

La Biblioteca Nazionale di Napoli che vediamo in Teatro di Guerra (1998) di Mario Martone è silenzio. Silenzio dal caos esterno della lotta tra bande nel centro storico di una metropoli; dalla storia fratricida – I sette contro Tebe di Eschilo – che una giovane compagnia teatrale vuole mettere in scena tra mille difficoltà; dalla guerra lontana, che poi tanto lontana non è. Nella Sarajevo assediata dove la compagnia vuole inscenare la propria (e loro) tragedia, della biblioteca non rimane invece che un frammento di pietra da spedire ad un amico.



 
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