Le mie ragazze di carta di Luca Lucini, con Maya Sansa e Andrea Pennacchi, racconta, in forma di commedia, due momenti decisivi della vita di tre adolescenti: il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza vissuto tra primi amori e partite di rugby e quello dal mondo della campagna al mondo della città.
Il film è ambientato e girato principalmente a Treviso negli anni Settanta, in un periodo di rapida espansione della città e racconta infatti il tumultuoso cambiamento di una famiglia nel passaggio dalla vita contadina a un contesto urbano. La città ha dunque fatto un salto indietro nel tempo di oltre quarant’anni, ed hanno fatto la loro apparizione auto d’epoca, come Maggioloni, Fiat 128 o Alfette, boutique con insegne “vintage” e comparse in abiti tipici del periodo in cui si sviluppa questa storia. Tutta la città, dal centro storico ai vari quartieri ha fatto la sua parte nel film: dagli scorci dei Buranelli e del quartiere Latino a riviera Garibaldi, da piazza Pio X alla stazione degli autobus. Tra le location scelte dalla produzione il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci e la Parrocchia di San Liberale.
Coinvolti nelle riprese anche il centro storico di Mogliano Veneto, con la Parrocchia di Santa Maria Assunta, dove Neri Marcorè interpreta don Marcello, un prete allenatore di rugby, e il cinema teatro Busan, che decide di “adeguare” la sua programmazione per evitare il fallimento.
Tra le location anche la città balnerare di Jesolo, nel tratto di via Correr che lambisce la pineta, e i comuni di Eraclea e Orsago, con scene girate a Villa Grumati, in via Cesare Battisti e nelle strade limitrofe. Alcuni ciak hanno riguardato anche Roma.
Le mie ragazze di carta di Luca Lucini, con Maya Sansa e Andrea Pennacchi, racconta, in forma di commedia, due momenti decisivi della vita di tre adolescenti: il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza vissuto tra primi amori e partite di rugby e quello dal mondo della campagna al mondo della città.
Il film è ambientato e girato principalmente a Treviso negli anni Settanta, in un periodo di rapida espansione della città e racconta infatti il tumultuoso cambiamento di una famiglia nel passaggio dalla vita contadina a un contesto urbano. La città ha dunque fatto un salto indietro nel tempo di oltre quarant’anni, ed hanno fatto la loro apparizione auto d’epoca, come Maggioloni, Fiat 128 o Alfette, boutique con insegne “vintage” e comparse in abiti tipici del periodo in cui si sviluppa questa storia. Tutta la città, dal centro storico ai vari quartieri ha fatto la sua parte nel film: dagli scorci dei Buranelli e del quartiere Latino a riviera Garibaldi, da piazza Pio X alla stazione degli autobus. Tra le location scelte dalla produzione il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci e la Parrocchia di San Liberale.
Coinvolti nelle riprese anche il centro storico di Mogliano Veneto, con la Parrocchia di Santa Maria Assunta, dove Neri Marcorè interpreta don Marcello, un prete allenatore di rugby, e il cinema teatro Busan, che decide di “adeguare” la sua programmazione per evitare il fallimento.
Tra le location anche la città balnerare di Jesolo, nel tratto di via Correr che lambisce la pineta, e i comuni di Eraclea e Orsago, con scene girate a Villa Grumati, in via Cesare Battisti e nelle strade limitrofe. Alcuni ciak hanno riguardato anche Roma.
302 Original Content, Pepito Produzioni, Rai Cinema
Alla fine degli anni Settanta, nel trevigiano, la rapida espansione delle città investe anche la famiglia Bottacin, composta da Primo, Anna e Tiberio. Per loro, e in particolare per il giovane Tiberio, il cambiamento dalla vita contadina a un contesto urbano sarà piuttosto tumultuoso. Il racconto di un periodo storico di grandi trasformazioni sociali ed economiche, in cui anche le sale cinematografiche, luoghi tipici di fruizione comunitaria, dovettero ripiegare verso una programmazione a luci rosse per evitare il fallimento.