Prima che, il 16 ottobre 1943, iniziasse il rastrellamento del ghetto da parte dei nazisti che deportarono oltre 1.000 ebrei romani, Elena Di Porto tentò senza successo di dare l’allarme, ma nessuno le diede ascolto. Questo perché tutti nella comunità ebraica romana la consideravano pazza, motivo per cui venne più volte ricoverata nell’Ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà ed era soprannominata “la matta di Piazza Giudia”.