ePrivacy and GPDR Cookie Consent management by TermsFeed Privacy Generator Cine-gastronomia | Matteo Garrone, tra mozzarella di bufala e pasta al pomodoro | Italy for Movies
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Cine-gastronomia | Matteo Garrone, tra mozzarella di bufala e pasta al pomodoro

(a cura di Andrea Gropplero - materiali Cinecittario: Archivio Luce)

Sono poche le frazioni di piccoli paesi italiani che hanno visto le ambientazioni di tre capolavori. È certamente il caso di Villaggio Coppola, frazione di Castel Volturno, in provincia di Caserta, dove Matteo Garrone ha ambientato tre dei suoi film migliori: L’imbalsamatore, Gomorra e Dogman.

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Le location

Mostra d'Oltremare
Regione: Campania Tipologia: Fiera Territorio: città, mare
Napoli
Regione: Campania Tipologia: Città Territorio: città, mare
Reggia di Caserta
Regione: Campania Tipologia: Palazzo Territorio: città

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Villaggio Coppola o Villaggio Garrone?

Villaggio Coppola ha anche un altro primato, quello di essere considerato un esempio di abusivismo edilizio su larga scala. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, a costruirlo nella seconda metà degli anni Sessanta non è stata la camorra ma un’impresa veneta che aveva un progetto per la realizzazione di un grande villaggio turistico. L’impresa costruttrice che lo realizzò fu quella dei fratelli Coppola, considerati dei palazzinari di Casal di Principe e a loro deve il nome. L’assonanza con il nome del grande regista Italo-Americano Francis Coppola, deve avere divertito non poco Matteo Garrone, a noi piace confidare nel tempo galantuomo e pensare che un giorno questo luogo si chiamerà Villaggio Garrone e magari ospiterà un parco/museo capace di raccogliere le scenografie e i cimeli dei film del Maestro italiano.



 
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Dogman (2018) – © 01 Distribution

La location, i film

Solitamente i registi, affidano ai costumi, al trucco e alla fotografia oltre che alla recitazione, lo sviluppo narrativo degli stati d’animo dei personaggi. Garrone ne L’imbalsamatore, in Gomorra e in Dogman sembra affidare questa funzione alla location di Villaggio Coppola.
Infatti, ne L’imbalsamatore, presentato nel 2002 alla Quinzaine des Réalisateurs del 55° Festival di Cannes, seguiamo la storia di Peppino, un tassidermista che nella ricerca della bellezza si innamorerà di Valerio, un giovane che lo ucciderà. La location, legata alle condizioni atmosferiche, scandirà diversi momenti dello sviluppo emotivo del protagonista (Ernesto Mahieux): sarà sereno all’inizio, sulla spiaggia, e poco dopo, quando consegnerà un bufalo imbalsamato ad un caseificio che per l’occasione ha organizzato una festa con un tripudio di mozzarelle di bufala di tutti i tipi. Poi le nuvole sparse in un cielo blu che annunciano l’arrivo di un temporale mentre Peppino, Valerio e Deborah, la ragazza di Valerio, fanno un giro in motoscafo e dal mare largo si staglia il profilo delle torri di Villaggio Coppola. Nel finale la pioggia scenderà copiosa durante l’omicidio di Peppino.
In Gomorra, Gran premio della giuria a Cannes 2008, troviamo quattro storie che si alternano sviluppando la trama del film. Si tratta delle storie di Pasquale il sarto, la storia di Totò, Don Ciro e Maria, la storia di Franco e Roberto, ovvero un imprenditore che lavora con i rifiuti tossici (Toni Servillo), e il suo braccio destro che, disgustato, lo abbandonerà. La quarta storia è infine quella di Marco e Ciro, due giovani delinquenti che cercano la scalata in proprio e verranno giustiziati. In questa “storia” la scena catartica di Marco e Ciro che sparano dal mare verso l’orizzonte rappresenta nel film un punto di svolta verso la crescita “professionale” dei due e al contempo mostra la durezza di quel territorio prefigurandone la fine.
Dogman, premio miglior attore a Marcello Fonte a Cannes 2018, è la storia di Marcello, canaro che vive nella periferia di Roma (in realtà Villaggio Coppola), vessato dal bullo Simone (Edoardo Pesce) deciderà di ucciderlo per riscattare se stesso agli occhi della figlia Alida e dell’intero quartiere succube delle prepotenze di Simone. Anche qui il film comincia con un pranzo all’aperto nella piazza di Villaggio Coppola, il cielo è sereno e Marcello mangia felicemente degli spaghetti al pomodoro in compagnia degli amici del quartiere. Per il resto del film Matteo Garrone stesso dichiarò lo stupore per quanto la location ed il susseguirsi in sequenza degli eventi atmosferici, abbiano accompagnato le fasi emotive e narrative, dei personaggi e del film contribuendo in una magica unione al successo del film.



 
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Mozzarella di Bufala

La mozzarella di bufala, la pasta al pomodoro e Antonio Latini

Il contraltare al degrado di Villaggio Coppola è ben rappresentato a pochi chilometri di distanza dallo sfarzo reale della Reggia di Caserta. Costruita nel XVIII secolo per volontà di Carlo di Borbone Re di Napoli, su progetto del Vanvitelli, il palazzo reale di Caserta nacque per dare a Napoli una struttura di livello europeo in grado di competere con Versailles. Napoli, un secolo prima, era già famosa presso le corti europee per i banchetti del viceré di Spagna e del suo cuoco, lo scalco Antonio Latini, ed alcuni sostengono che fu proprio la fama in Europa di questi banchetti a spingere il re di Napoli a progettare La Reggia.
Latini è stato in assoluto il primo cuoco superstar della storia della cucina. Nato a Colle Amato, nei pressi di Senigallia, nel 1642, lavorò dapprima per il Cardinale Antonio Barberini a Roma per approdare poi, già maturo ed esperto delle arti dello scalco e del trinciante, al servizio del reggente Esteban Carrillo Salsedo, viceré di Napoli. Presso quest’ultimo fu maestro di cerimonie per banchetti con tutta la nobiltà europea dell’epoca e diede vita al libro che tutt’ora è una bibbia per gli addetti ai lavori: Lo scalco alla moderna.
Moderno, Latini lo era davvero: è a lui che dobbiamo l’introduzione del pomodoro e dei peperoni, considerati fino ad allora piante ornamentali, nella cucina. Oltre questi due ingredienti così importanti nella dieta mediterranea, al Latini dobbiamo anche l’introduzione delle erbette selvatiche, della misticanza e della zucca nell’uso comune della cucina.
Contemporaneo del francese Francois Vatel, cuoco di Versailles col quale condivise la fama e gli onori del suo tempo, fu, rispetto a Vatel, più innovatore, infatti sostituì nelle sue ricette, in larghissima parte, l’uso delle spezie con l’uso degli odori, una vera rivoluzione copernicana per le preparazioni dell’epoca e fondamenta necessarie per la nascita strutturale della cucina mediterranea.
Senza Antonio Latini, Marcello Fonte in Dogman e noi tutti nella quotidianità non avremmo potuto mangiare la pasta al pomodoro. Chi ne avrebbe sofferto di più probabilmente sarebbe proprio Matteo Garrone che della mozzarella di bufala e degli spaghetti al pomodoro ha fatto il suo piatto preferito. A Garrone piacciono le cose semplici in cucina, realizzate però con amore e dovizia, infatti la sua ricetta di spaghetti in salsa di pomodoro prevede di usare quattro tipi differenti di pomodori, per dare profondità al piatto, che vengono fatti sbollentare per un minuto e poi privati della pelle, della gelatina e dei semi, in seguito cotti per 7 minuti in padella con due spicchi d’aglio rosolati in olio evo e profumati con timo e basilico, mantecati a fiamma spenta con un cucchiaio di acqua di cottura e serviti con un poco di parmigiano.
Più complesso ed artefatto il cosceneggiatore di Garrone, Massimo Gaudioso: il suo piatto preferito è il sartù di riso.



 
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Reggia di Caserta

La Reggia di Caserta e il sartù di riso

Il sartù di riso, piatto principe della cucina napoletana, nasce in contemporanea alla Reggia di Caserta, precisamente nel 1700 per volontà di Ferdinando I di Borbone. Il riso arrivò a Napoli nel XIV secolo sulle navi degli Aragona. L’arroz non ebbe successo in terra napoletana e veniva chiamato “o’ sciacquapanza”, quindi venne portato al Nord Italia dove ebbe altre fortune. In occasione del matrimonio con Maria Carolina d’Austria, Ferdinando I chiamò a corte dei cuochi francesi per soddisfare il palato della sposa che non amava la cucina napoletana. Quindi grazie ai monsieur (nome dei cuochi francesi, che a Napoli diviene poi monzù), nasce il sartù di riso che è una contrazione di “sour tout”: soprattutto, con riferimento al pangrattato che ricopriva la gustosa pietanza.



 
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Sartù di riso

Il sartù di riso di Massimo Gaudioso

La ricetta che vi daremo non è però quella dei monsieur, ma quella di Massimo Gaudioso, sceneggiatore e regista, coautore tra l’altro de L’imbalsamatoreGomorraDogman.
INGREDIENTI

  • 500 g di riso carnaroli
  • 750 g di fettine di pezza di manzo battute
  • 2 bottiglie di passata di pomodoro
  • 300 g di carne di manzo macinata
  • 8 uova
  • 100 g di mollica bagnata
  • 200 g di mozzarella
  • 150 g di prosciutto
  • 100 g di pecorino grattugiato
  • 200 g di piselli
  • 10 g di pinoli
  • 20 g di uvetta passa
  • rosmarino, prezzemolo, pangrattato, noce moscata, sale, pepe, olio evo

PREPARAZIONE
Preparare quello che a Napoli si chiama ragù leggero con le braciole di pezza di vitellone farcite con uvetta, pinoli, rosmarino, aglio, prezzemolo, pangrattato, prosciutto. Chiudere con lo spago e rosolare prima nell’olio e aglio, poi aggiungere la passata di pomodoro, abbassare il fuoco e fare “pippiare” per 4 ore.
Preparare le polpettine (un centinaio di circa 4 grammi l’una) unendo la mollica ammollata, la carne macinata, l’uovo, pepe e noce moscata. Friggere le polpette e asciugare.
Levare dal ragù leggero le braciole che potranno essere servite come secondo piatto, conservare una parte di sugo. Nell’altra più abbondante aggiungere acqua e versare il riso, fare assorbire tutto il ragù al riso. Preparare 4 uova sode. Conservare il riso cotto nel ragù in una ciotola e preparare un composto di 4 uova sbattute, 70 g di pecorino grattugiato, pepe e noce moscata, unire il composto al riso.
Ungere una forma da forno e creare uno spessore di circa 2 cm attorno alla base e alle pareti. Farcire con le polpette, il ragù avanzato, la mozzarella a cubetti, il prosciutto, i piselli, le rondelle di uova sode. Sigillare con il riso e infornare a 160° per circa 35 minuti. Servire caldo.



 
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Pasta al pomodoro

L’imbalsamatore e Dogman: ricetta per un trailer fai da te su mozzarella di bufala e pasta al pomodoro

Per chi volesse farsi un trailer fai da te su L’imbalsamatore e Dogman al Villaggio Coppola sul tema alimentare, proponiamo questo gioco, dando le indicazioni di entrata e di uscita dai film. Basterà usare un qualunque programma di montaggio ed inserire sulla time-line i dati del film che vi proponiamo di seguito ed in pochi minuti il gioco sarà fatto.

  • Scaricate il titolo de L'imbalsamatore
  • unitelo al minuto 05.26 e tenetelo fino al minuto 07.01
  • unite il minuto 13.38 e tenetelo fino al minuto 14.52
  • Scaricate il titolo di Dogman
  • unite il minuto 03.22 e tenetelo fino al minuto 03.58
  • unite il minuto 04.07 e tenetelo fino al minuto 04.59
  • aggiungete il cartello “Fine”
  • gustatelo in compagnia e se non li avete visti, guardate i film.


 
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