ePrivacy and GPDR Cookie Consent management by TermsFeed Privacy Generator Cine-gastronomia | Liguria: profumo di mare, basilico e castagne | Italy for Movies
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Cine-gastronomia | Liguria: profumo di mare, basilico e castagne

(a cura di Andrea Gropplero - materiali Cinecittario: Archivio Luce)

La Liguria è terra leggiadra. Il sasso ardente, l’argilla pulita, s’avvivano di pampini al sole. È gigante l’ulivo. A primavera appare dovunque la mimosa. Ombra e sole s’alternano per quelle fonde valli che si celano al mare, per le vie lastricate che vanno in su, fra campi di rose, pozzi e terre spaccate, costeggiando poderi e vigne chiuse”.
Vincenzo Cardarelli

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Le location

Abbazia di San Fruttuoso
Regione: Liguria Tipologia: Abbazia Territorio: borgo, mare
Dolceacqua
Regione: Liguria Tipologia: Borgo storico Territorio: borgo, campagna
Piazza De Ferrari - Genova
Regione: Liguria Tipologia: Piazza Territorio: città
Porto antico — Genova
Regione: Liguria Tipologia: Porto Territorio: centro storico, città, mare

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Io sono l’amore

Io sono l’amore (2009) è il primo film della trilogia del desiderio di Luca Guadagnino. Il film racconta della ricca famiglia di industriali lombardi Recchi, dei loro riti borghesi che vengono infranti solo da Emma (Tilda Swinton), moglie di Tancredi (Pippo Delbono) e madre dei tre figli Elisabetta (Alba Rohrwacher), Edoardo (Flavio Parenti) e Gianluca (Mattia Zaccaro Garau). Emma si innamorerà, fino a mettere in discussione per intero la sua vita borghese, di Antonio (Edoardo Gabriellini), giovane cuoco di grande talento e amico del figlio Edoardo con cui decide di aprire un ristorante nelle coline vicino a Sanremo. Le scene del ristorante (che Antonio vuole quasi inaccessibile, in cui gli avventori per raggiungerlo “si dovranno arrampicare”) sono girate tra Buggio e Dolceacqua in provincia di Imperia. Antonio conquisterà Emma proprio grazie ai piatti raffinati, presentati magnificamente e realizzati con verdure e aromi coltivati nel suo piccolo orto di montagna. In verità la preparazione dei piatti che vediamo nel film è realizzata dal grande chef Carlo Cracco e rappresenta, in qualche modo, lo specchio dello stile di Guadagnino che mescola Visconti, Ivory e Fassbinder con misurata sapienza.
Io sono l’amore è un classico film da mangiare con gli occhi, ricco di piatti elegantissimi, realizzati con ingredienti liguri e ricette rivisitate in chiave moderna. Tra queste ci sono la zuppa di pesce Ukha, la classica zuppa di pesce russa (come Emma) che si prepara facendo bollire per circa 15 minuti patate, porro, carote, tagliati a cubetti a cui si aggiungono aneto, prezzemolo e zafferano, pepe e limone, quindi si unisce il merluzzo (ed eventualmente lo storione) tagliato a pezzetti, Cracco ha rivisitato la ricetta tradizionale servendola in forma di gelatina. Antonio conquisterà Emma prendendola per il palato, con una insalata russa con gamberi rossi crudi, un tuorlo, marinato con piselli e fiori di zucchine, e una marinara di verdure in foglie con gamberi croccanti che scateneranno in Emma una incontenibile passione nei confronti del giovane cuoco. Sarà proprio la riscoperta dei sapori e delle gioie del palato a spingerla a cercare nuovi ingredienti nella sua vita.



 
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Piazza De Ferrari - Genova

Le mura di Malapaga

Le mura di Malapaga (1949) – il film di René Clément vincitore a Cannes dei premi per la migliore regia e per la migliore attrice (Isa Miranda) nel 1949 e vincitore del premio Oscar come miglior film straniero nel 1951 – è interamente girato a Genova. Un marinaio (Jean Gabin) in fuga da Marsiglia verso Genova dopo avere ucciso la moglie, incontrerà al porto una bambina che lo accompagnerà da un dentista per estrarre un dente dolente e poi alla trattoria dove lavora la madre. Nel tragitto un uomo gli ruberà il portafoglio con documenti e franchi. Tra il marinaio e la cameriera nascerà un sentimento, stroncato subito dalle vicende della vita. Il film girato tra le mura di Malapaga e i caruggi di Genova ancora devastati dalla guerra, cerca di fondere il vecchio neorealismo francese con quello recente della scuola italiana, alla realizzazione della sceneggiatura parteciparono infatti Suso Cecchi d’Amico e Cesare Zavattini.



 
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Abbazia di San Fruttuoso

Genova e il pesto per ricominciare

Genova - Un luogo per ricominciare (2008), di Michael Winterbottom, è il delicato racconto della cura di un dolore profondo dell’anima. È girato a Genova ma la città non è semplicemente lo sfondo della storia che qui viene raccontata, è una vera interprete del film. Con i racconti ad essa legati, con i caruggi nei quali ci si perde, con le spiagge vicino alla città e la magia dell’abbazia di San Fruttuoso, prenderà per mano i tre protagonisti per aiutarli a superare il profondo dolore di una perdita. Il film infatti narra di Joe (Colin Flirth) che in seguito alla morte della moglie in un tragico incidente, decide di trasferirsi con le due figlie Mary e Kelly ad insegnare all’università di Genova. Mary, la figlia più piccola, si sentirà colpevole dell’incidente in cui è rimasta uccisa la madre ed avrà continue visioni della donna a turbarle il sonno, mentre Kelly cercherà di distrarsi con nuove amicizie ed esperienze.
La cucina genovese diventerà un vero conforto per la famiglia. Joe preparerà un suntuoso pesto per Mary e Kelly che gli chiederanno come mai non avesse mai cucinato prima quel piatto squisito e Joe risponderà “perché non lo conoscevo, l’ho imparato qui”. Ecco, forse è proprio questo il messaggio del film: la predisposizione ad imparare, anche la semplice ricetta della pasta al pesto, è il primo passo per ricominciare, davvero.



 
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Focaccia genovese

Brevi cenni di storia sulla cucina ligure

Quella ligure è una classica cucina povera basata quasi esclusivamente sui prodotti dell’agricoltura locale coltivati su piccoli appezzamenti di terreno letteralmente strappati al mare e alla montagna. Fin dall’epoca delle Repubbliche marinare – intorno al 1200 – Genova fu il principale porto del Mediterraneo, dove si realizzavano floridi commerci con tutto il mondo fino al allora conosciuto, quindi si scoprirono cibi come baccalà e stoccafisso che rielaborati in maniera originale sono la base della zuppa buridda.
Al periodo delle Repubbliche Marinare si deve un altro dei piatti più popolari: la farinata di ceci, originata – secondo la leggenda popolare – da un curioso incidente: di rientro dalla vittoriosa battaglia della Meloria contro Pisa, nel 1284, le navi genovesi incapparono in una furiosa tempesta. I sacchi di farina di ceci che erano a bordo si rovesciarono mischiandosi col contenuto di alcuni barilotti d’olio di oliva e impregnandosi di acqua salata. Calmati i marosi, ai marinai venne dato come pasto una scodella di quella poltiglia, praticamente immangiabile. Portato sul ponte delle navi quel miscuglio si asciugò al sole trasformandosi in saporite focacce. La ricetta venne perfezionata e declinata in diverse versioni, per poi diffondersi in tutta Italia. Oltre alla farinata ceci, diventata la colazione dei “camalli”, (i lavoratori del porto di Genova) per la grande quantità di proteine contenute nel piatto, in Lunigiana e nello spezzino dove la produzione di castagne è molto abbondante, con un procedimento molto simile a quello della farinata, si cucina il castagnaccio, un dolce a base di farina di castagne, uvetta passa, pinoli, olio e rosmarino, completamente senza zucchero.
Un'altra impronta decisa alla cucina venne data dalle essenze del tutto sconosciute riportate da Cristoforo Colombo dalle Americhe. Due su tutte, il pomodoro e la patata, prodotti che hanno segnato in maniera indelebile la storia gastronomica – ma anche politica e sociale – del Vecchio Continente. Colombo riportò decine di essenze esotiche come tabacco, mais, cacao, zucca, peperone, tanto per citare le principali.
Nel Rinascimento i cuochi liguri erano fra più rinomati, portatori come erano di una cultura gastronomica originale e molto apprezzata. Ma è solo nel Settecento che le tipiche ricette liguri trovano una sistemazione organica, come ricordò Vincenzo Agnoletti nel suo libro La nuova cucina economica. Ricette poco influenzate da quelle della confinante terra francese, con piatti creati esclusivamente con prodotti locali con grande uso di olio d’oliva, che caratterizzano la storia e la posizione geografica di questa terra che grazie ad un microclima eccezionale per il nord Italia, dispone di una varietà di ortaggi e frutti che comprende la quasi totalità del coltivabile.



 
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Pesto alla genovese

Il pesto alla genovese

Il pesto alla genovese o pesto genovese, è uno dei condimenti italiani più famosi al mondo. Con questo preparato si condiscono diversi tipi di pasta: trenette, lasagnette, linguine, testaroli (una pasta a forma di losanga tipica della Lunigiana, originariamente a base di farina di farro e acqua), si aggiunge ai minestroni di verdura ed in alcuni casi al pesce. Quella che presentiamo è la ricetta ufficiale del Consorzio del Pesto Genovese.
INGREDIENTI

  • 50 g di basilico a foglia piccola basilico genovese
  • mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva, possibilmente della riviera ligure
  • 6 cucchiai da cucina di Parmigiano Reggiano
  • 2 cucchiai da cucina di pecorino dop Fiore Sardo.
  • 2 spicchi d’aglio
  • 1 cucchiaio da cucina di pinoli ottenuti da pinus pinea dell’area mediterranea
  • noci facoltative
  • qualche grano di sale grosso

PREPARAZIONE
Per fare il pesto genovese occorrono un mortaio di marmo e un pestello in legno. Lavare il basilico ed asciugarlo su un canovaccio. Nel mortaio unire il sale e l’aglio e pestarli fino a raggiungere la consistenza di una crema. Aggiungere una manciata di pinoli e continuare a pestare. Unire poche per volta le foglie di basilico e cominciare con il pestello un movimento rotatorio contro i bordi del mortaio. Aggiungere il parmigiano ed il pecorino sardo grattugiati e stagionati adeguatamente. Versare a goccia l’olio d’oliva e amalgamare. Se la salsa ottenuta si userà per condire la pasta è necessario aggiungere all’acqua della pasta dei tocchetti di patate e un pugno di fagiolini che insieme alla pasta verranno uniti al pesto.



 
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Io sono l’Amore (2009) - © Filmitalia

Ricetta per un trailer fai da te sulla cucina e il cinema in Liguria

Per chi volesse realizzare un trailer fai da te su Profumo di mare, basilico e castagne proponiamo questo gioco, dando le indicazioni di entrata e di uscita dai film. Basterà usare un qualunque programma di montaggio ed inserire sulla time-line i dati dei film che vi proponiamo di seguito ed in pochi minuti il gioco sarà fatto.

  • Scaricate il titolo di Genova
  • unite al minuto 16.10 e tenetelo fino al minuto 17.25
  • unite al minuto 01h.09.00 e tenetelo fino al minuto 01h.09.22
  • scaricate il titolo di Io sono l’amore
  • unite al minuto 11.58 e tenetelo fino al minuto 13.32
  • unite al minuto 16.54 e tenetelo fino al minuto 20.35
  • unite al minuto 28.00 e tenetelo fino al minuto 29.39
  • unite al minuto 32.51 e tenetelo fino al minuto 34.48
  • unite al minuto 40.44 e tenetelo fino al minuto 45.04
  • scaricate il titolo di Le mura di Malapaga
  • unite al minuto 15.48 e tenetelo fino al minuto 16.59
  • unite il minuto 20.07 e tenetelo fino al minuto 21.10
  • aggiungete il cartello “Fine”
  • gustatelo in compagnia e, se non li avete ancora visti, guardate i film.


 
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