CANNES - Tra il 1890 e il 1906 Buffalo Bill portò il suo spettacolo in Europa e visitò l’Italia due volte, facendo tappa a Roma. In occasione di uno di questi viaggi avvenne la leggendaria sfida tra i suoi cowboy e i butteri locali, abili domatori di cavalli, simbolo della tradizione contadina italiana. Da questo evento leggendario nasce Testa o croce, in concorso a Cannes a Un Certain Regard, un film che sovverte le regole del western classico e le trasforma in uno strumento per interrogarsi sul presente. Tra invenzione e realtà, tra mito americano e identità italiana, i registi Matteo Zoppis e Alessio de Righi - già a Cannes (Quinzaine) con il loro precedente Re Granchio - portano sullo schermo una storia che attraversa i generi, scompone gli archetipi e mette al centro personaggi fragili, umani, vivi.
“Volevamo fare un western italiano davvero ambientato in Italia”, spiegano i registi. “Molti dei cosiddetti spaghetti western girati nel nostro Paese erano in realtà ambientati negli Stati Uniti, spesso al confine con il Messico. A noi interessava invece raccontare qualcosa che fosse autenticamente italiano”.
“Tutto è partito da una storia che conoscevamo fin da bambini -raccontano-. Quella sfida leggendaria tra i cowboy americani di Buffalo Bill e i butteri italiani ci ha sempre affascinato. Era rimasta lì, sospesa nella memoria, e ci è sembrato un punto di partenza perfetto per un film che voleva giocare con l’immaginario del western”.
Il film è stato girato nel Lazio, nella zona del Circeo, in tutta la parte della Paludi. “Abbiamo girato in estate, quando nelle paludi c’era poca acqua e quindi abbiamo dovuto ricostruirle”. Parte delle riprese a Roma, in un Piazzale Clodio quasi irriconoscibile sullo schermo, cornice della gara di doma. Set anche Toscana, a Massa Carrara, dove è stata girata la parte delle montagne, con riprese che si sono spinte fino ad arrivare in Liguria. “Abbiamo girato anche nel Parco Naturale di Pantanello, aggiungono i registi, un’oasi perfettamente preservata dove è stato fantastico lavorare”.
La struttura del film, suddiviso in capitoli, riflette la tensione tra racconto e realtà: si apre con un western quasi classico, per poi trasformarsi in qualcosa di diverso: “La nostra idea è sempre stata quella di attraversare i sottogeneri del western: dal classico, fino all’anti-western e al surreale. Volevamo che lo spettatore si sentisse in un film che cambia continuamente pelle”.
Al centro della storia c’è Santino, un personaggio che inizia come eroe canonico — vince la sfida, salva la ragazza — ma che poi si rivela tutt’altro. Nel corso della narrazione il suo personaggio viene decostruito per lasciare spazio alla vera protagonista del film che è Rosa ( Nadia Tereszkiewicz ). “Santino è un uomo che sa solo andare a cavallo - sottolinea Alessandro Borghi- È un uomo disarmato, e noi volevamo raccontare proprio questa fragilità maschile, quasi tenera”. È Rosa, la protagonista femminile, a compiere il vero arco di trasformazione dell’eroe. “Il film inizia con l’eroe maschio, ma poi lo scardina, lo mette da parte. È Rosa che prende in mano il racconto, che vive l’amore, che salva Santino da se stesso”.
Uno dei personaggi più iconici del film è Buffalo Bill, interpretato con ironia e misura da John C. Reilly. “Da bambino pensavo fosse un personaggio immaginario”, racconta l’attore. “Era così leggendario che non riuscivo a immaginare fosse realmente esistito”.
Questa ambiguità tra realtà e mito ha influenzato profondamente anche l’interpretazione del personaggio. "Con i registi, abbiamo condiviso fin da subito lo stesso senso dell’umorismo, e ci siamo divertiti tantissimo a immaginare cosa avrebbe pensato Bill in certi momenti. In alcune scene sembra quasi un personaggio immaginario, un’allucinazione collettiva”.
L’esperienza sul set è stata altrettanto surreale, ma in senso positivo. "Amo i cavalli, stare a cavallo è una delle cose che preferisco. Quindi la vita da set western è qualcosa che mi calza a pennello. E poi farlo in Italia è stato quasi magico. Abbiamo girato in luoghi meravigliosi, paesaggi incredibili”.
Il titolo del film è nato presto, quasi d’istinto. Ma racchiude molti dei temi centrali della storia. “Testa o croce rappresenta i due lati della medaglia”, spiegano i registi. “C’è la versione epica raccontata da Buffalo Bill e poi c’è la realtà della storia di Rosa. Ma non è solo questo: è anche il momento in cui la moneta è in aria. Non importa tanto cosa esce, ma cosa speri che esca. È in quel desiderio che si svela la verità dei personaggi”.