Celebrato internazionalmente come il maestro del film horror, Dario Argento ha girato diversi film a Torino: il suo legame con quella che Le Corbusier definiva “la città con la più bella posizione naturale del mondo” inizia da lontano. Come lo stesso Argento racconta nella propria biografia: “Ero un bambino quando venni a Torino con mio padre, che doveva andarci per lavoro. Arrivammo di sera, pioveva e subito la trovai bellissima. Aveva appena piovuto, le strade riflettevano le luci di questi lampioni, queste luci gialle… le strade luccicavano. Mi piaceva molto, aveva un’aria malinconica e al tempo stesso inquietante”. Con il tempo quelle prime sensazioni si radicarono nel regista al punto da fargli dire che Torino è il “luogo dove i miei incubi stanno meglio”.
Stampa itinerarioDi Profondo Rosso è impossibile non ricordare la maestosa fontana con il gigante marmoreo, ovvero la raffigurazione allegorica del Po (un uomo barbuto), il fiume principale della città. La fontana sorge in Piazza Cln (o delle Fontane), una delle piazze centrali di Torino, che nel film è anche il luogo in cui vivono, stesso palazzo ma appartamenti diversi, Marc e la sensitiva Helga Ullman. In realtà la fontana dove si siede anche Carlo una sera ubriaco è un monumento gemello che vede da una parte il Po e dall’altra, mai inquadrata nel film, la Dora Riparia (una donna formosa), altro corso d’acqua principale della città. La fontana monumentale, scolpita da Umberto Baglioni, è riconducibile a un altro significato esoterico il cui il Po e la Dora simboleggiano rispettivamente il Sole, ovvero la parte maschile, e la Luna, quella femminile. Sempre nella piazza, in Profondo rosso, Argento fa sorgere il Blue Bar, visibilmente ispirato alla pittura di Edward Hopper. Dal 2017, proprio sulla piazza, esiste un locale che strizza l’occhio al Blue Bar che, invece, all’epoca delle riprese, non esisteva, a riprova di quanto il film sia importante nell’immaginario collettivo. Scolpita nella memoria di molti anche Villa Scott, ovvero la villa del bambino urlante: sorge in Corso Giovanni Lanza 57, sulla collina di Torino, nel quartiere Borgo Po, e oggi è adibita a convitto. Qui Marc compie un sopralluogo cruciale per le sue indagini in totale silenzio e solitudine, eccezion fatta per alcuni sinistri rumori, ad accompagnarlo c’è solo la spettrale e incalzante colonna sonora dei Goblin. Progettata nel 1902 dall’ingegner Pietro Fenoglio, Villa Scott è uno splendido esempio di stile Liberty e Neorococò e fa da sfondo a una scena clou di Profondo rosso.
Ne Il Gatto a nove code le indagini su un omicidio portano i due protagonisti Franco e Carlo a fare ricerche su una tomba del Cimitero Monumentale di Torino. I due si infilano nel campo santo di notte ritrovandosi davanti all’antico monumento funebre in ricordo dei 26 operai morti nel 1852 per lo scoppio della polveriera di Borgo Dora (ex arsenale militare dove si conservavano tonnellate di polvere da sparo per l’esercito che presero fuoco per una scintilla mettendo a rischio la città). Stesso cimitero per Non ho sonno, dove l’ex commissario protagonista, Ulisse Moretti, indaga su una serie di omicidi che ricordano quelli su cui aveva lavorato quando era ancora in servizio. Stavolta la scena è ambientata di giorno e ruota attorno alla riesumazione di una tomba. Si vedono con chiarezza alcuni gruppi scultorei del Campo Primitivo, dove si trova l’ingresso dell’ossario generale: uno con la falce del Monumento Grosso di Francesco Sassi e uno che rappresenta una figura di donna sdraiata realizzata da Alberto Giacomasso, tra i più importanti scultori della scuola genovese dell’inizio del secolo scorso.
Mettersi alle costole di un assassino è un’attività che prevede anche lunghe passeggiate. Ne sanno qualcosa i personaggi di Ti piace Hitchcock? che s’incontrano davanti alla Fontana dei 12 Mesi, imponente monumento di Carlo Ceppi costituito da una vasca in rococò circondata da 12 statue una per ogni mese dell’anno, che fa da sfondo alla chiacchierata tra Sasha e Federica: le due parlano ignare del fatto che Giulio le stia spiando. La fontana si trova nel Parco del Valentino, la villa comunale di 42 ettari simbolo della città che deve il suo nome a una antica chiesa che custodiva le reliquie del santo. In Giallo! invece i protagonisti della scena, ovvero l’ispettore Enzo Avolfi, Linda Jefferson e la sorella della donna rapita fanno il punto sulle indagini camminando fino a Piazza Giambattista Bodoni dove sorge anche il Conservatorio Giuseppe Verdi, splendido edificio del 1866 che Argento utilizzò già in 4 mosche di velluto grigio.