CANNES - Nel cuore del Festival di Cannes, tra red carpet e première internazionali, uno spazio dedicato all'Italia e a ciò che rende il nostro Paese una destinazione sempre più strategica per le grandi produzioni internazionali: Cinecittà. Durante il Global Conversation Summit organizzato da Variety, l’attenzione si è spostata dalla Croisette a Via Tuscolana, per raccontare di come gli studios romani siano oggi sinonimo di innovazione, efficienza e bellezza. Sul palco, rappresentanti delle istituzioni e dell’industria – tra cui il DGCA del Ministero della Cultura Nicola Borrelli e Francesca Rotondo Senior Sales manager di Cinecittà – hanno delineato le nuove traiettorie del sistema produttivo italiano, conquistando l'affollata platea di professionisti internazionali.
Un modello di sostegno alle produzioni tra i più vantaggiosi d’Europa
L’Italia non è soltanto set naturali da cartolina. È anche un Paese che ha saputo strutturare un modello di sostegno alle produzioni tra i più solidi e vantaggiosi d’Europa. Il tax credit internazionale può arrivare fino al 40%. Il finanziamento assegnato attraverso un produttore esecutivo italiano, ha una flessibilità che permette di utilizzarne la maggior parte, circa il 70%, già in fase di riprese. Non solo: anche chi sceglie di effettuare solo la post-produzione in Italia può accedere agli incentivi, ampliando notevolmente le possibilità per le produzioni internazionali, come ha sottolineato Nicola Borrelli.
A supporto di questo impianto fiscale, c’è anche una diffusa rete di film commission locali, capaci di accompagnare ogni progetto con supporto tecnico e consulenze puntuali.
Cinecittà: un ecosistema al servizio del cinema
Se i numeri sono importanti lo è ancora di più l’esperienza che una produzione vive sul campo, ed è qui che Cinecittà mostra il suo carattere peculiare. "Chi arriva da noi – ha spiegato Francesca Rotondo – trova tutto ciò che serve per girare un film in un unico luogo: teatri di posa, uffici, reparti tecnici, post-produzione, e un archivio che custodisce la memoria visiva del cinema italiano e non solo". Il recente piano di ampliamento – sostenuto dai fondi del PNRR – porterà a breve il numero dei teatri da 19 a 24, con un aumento del 60% della superficie disponibile. Tra questi, spicca il Teatro 18, uno spazio all’avanguardia dotato di un grande ledwall girevole per la produzione virtuale, già scelto da importanti produzioni sci-fi internazionali, a partire da Senza sangue di Angelina Jolie.
Oltre alla tecnologia, Cinecittà continua a puntare sul suo asset più prezioso: le persone. Artigiani, tecnici, scenografi e montatori di altissimo livello trasformano ogni progetto in qualcosa di unico. "È quello che chiamiamo il Cinecittà touch - ha detto Rotondo -, una combinazione di competenza, flessibilità e creatività che ci permette di soddisfare ogni tipo di richiesta".
Un valore aggiunto riconosciuto anche da grandi nomi del cinema internazionale. Mel Gibson, ad esempio, ha scelto di tornare a Roma vent’anni dopo The Passion of the Christ per girare il sequel The Resurrection of the Christ, attualmente in pre-produzione, e anche Ridley Scott ha già messo radici negli studi per il suo nuovo film The Dog Stars.
Roma, la location più desiderata
A raccontare cosa significa davvero lavorare a Cinecittà è stato Steve Jelley, produttore di lunga esperienza e line producer della serie epica Those About to Die, firmata da Roland Emmerich, realizzata proprio nel Teatro 18, e che ha utlizzato pure i servizi di post-produzione di Cinecittà, a testimonianza di quanto gli studi siano oggi un ampio ecosistema al servizio di ogni fase della realizzazione di un'opera. "Girare a Cinecittà non significa solo usare teatri attrezzati, ma avere accesso all’intera città di Roma, una meta ambita. Bastano cinque minuti per convincere un attore o un regista a lavorare in un luogo così carico di storia e fascino".
È questa la forza di Cinecittà oggi: un ponte tra passato e futuro, tra il savoir-faire artigianale della tradizione e le tecnologie immersive della produzione virtuale. Un modello che attrae, convince e fidelizza chi cerca non solo un luogo per girare, ma un partner capace di accompagnare la visione artistica in ogni fase del processo creativo.