YouTube non è più soltanto un luogo di intrattenimento, ma un vero e proprio ecosistema industriale per la distribuzione dei contenuti audiovisivi. È quanto emerso nel panel del MIA Market che ha visto protagonisti Luca Forlin, responsabile di YouTube, e Gianluca Curti, CEO di Minerva Pictures. Due prospettive diverse – quella della piattaforma globale e quella di un produttore indipendente italiano – ma accomunate dalla consapevolezza che il futuro della distribuzione passa inevitabilmente da qui. Dall’incontro è emerso un dato chiaro: la distribuzione digitale non è più un’appendice del modello tradizionale, ma un’alternativa solida e sempre più centrale. Se YouTube è oggi il più grande distributore economico di contenuti audiovisivi a livello globale, produttori come Minerva stanno dimostrando che è anche possibile costruire un modello industriale sostenibile che parte dalla piattaforma e non semplicemente la utilizza come vetrina.
Luca Forlin ha voluto innanzitutto ricordare la missione che da vent’anni accompagna YouTube: “Dare a tutti una voce e mostrare loro il mondo. Il nostro successo è il vostro successo, perché condividiamo i ricavi con i partner, destinando a loro la quota più consistente.” Un’affermazione che spiega la logica alla base del modello di business: YouTube non vive di contenuti proprietari, ma di quelli caricati dai creator e dai partner. È dunque nell’interesse della piattaforma fare in modo che questi prosperino. I numeri sono impressionanti: “Negli ultimi quattro anni abbiamo distribuito 100 miliardi di dollari ai creatori di contenuti. È la cifra più alta mai pagata da una piattaforma.” Una cifra che posiziona YouTube non più come un semplice “contenitore” ma come il principale meccanismo di redistribuzione economica nell’industria digitale dell’audiovisivo.
Forlin ha poi posto l’accento sulla crescita del consumo da TV connessa: “Un miliardo di ore guardate ogni giorno a livello globale. Su quello schermo, è il formato lungo a funzionare meglio: dai 20 minuti in su, spesso anche di ore, e con risultati straordinari.” Una dichiarazione che ribalta lo stereotipo di YouTube come piattaforma di video brevi e veloci: la vera espansione avviene infatti sul terreno dei contenuti “premium”, che intercettano abitudini di visione più tradizionali, in salotto.
La forza della piattaforma è la sua scalabilità. Forlin ha citato due casi emblematici: il ritorno in TV di Jimmy Kimmel, che su YouTube ha ottenuto un’audience superiore a quella lineare, e il remake di Squid Game realizzato da MrBeast, capace di raggiungere 400 milioni di visualizzazioni in poche settimane, a fronte dei sei mesi impiegati da Netflix per ottenere la stessa cifra. “È questa la velocità e la scala di YouTube”, ha sottolineato.
Accanto alla prospettiva della piattaforma, il panel ha messo in luce quella di chi la utilizza sul campo. Gianluca Curti, CEO di Minerva Pictures, ha raccontato come la società – con 72 anni di storia nella produzione e distribuzione – abbia deciso di sperimentare nuove strade: “Ci siamo resi conto che, anche negli scenari migliori, riuscivamo a vendere al mercato tradizionale solo il 10-12% delle nostre produzioni. Ci siamo chiesti come massimizzare il valore del nostro catalogo e abbiamo deciso di provare YouTube. All’inizio sembrava un salto pionieristico, come andare su un altro pianeta. Ma presto abbiamo capito che era uno spazio dove non solo monetizzare, ma anche costruire direttamente il nostro pubblico.”
L’approccio di Minerva è stato sistematico: apertura di canali dedicati, diversificazione linguistica, uso di sottotitoli e doppiaggi per raggiungere pubblici internazionali. Oggi la società gestisce circa 140 canali YouTube, con l’obiettivo di arrivare a 200. “È il posto perfetto per dare valore all’archivio, ma anche per lavorare su nuove produzioni.”
Curti ha spiegato come la scelta di YouTube abbia comportato un ripensamento della tradizionale finestra di sfruttamento, che prevedeva sala, pay TV, TVOD, home video e free TV. “L’AVOD era sempre il terzo o quarto passaggio. Oggi abbiamo capito che dovevamo fare un passo diverso. Abbiamo iniziato a finanziare film a basso budget, nei generi action, western, horror, arti marziali. In alcuni casi recuperiamo l’investimento interamente dentro l’universo YouTube. Il punto di pareggio può essere raggiunto soltanto con la piattaforma.”
Questa scelta non è marginale: significa che YouTube non è più soltanto una vetrina, ma un canale primario di monetizzazione, in grado di sostenere la produzione di contenuti originali. Curti ha aggiunto: “Stiamo provando a produrre 15 film low-budget all’anno. Ma in realtà, per soddisfare la domanda, dovremmo arrivare a un film alla settimana, 52 film l’anno, distribuiti nei 180 Paesi in cui siamo presenti. Ogni mercato ha i suoi generi preferiti, e YouTube ci dà la possibilità di differenziare l’offerta.”
Dal dialogo emerge pure il ruolo della piattaforma come luogo di scouting e incubazione di talenti. “YouTube è un universo straordinario, dove tutto può accadere” ha detto Curti, ricordando l’esempio del YouTube Cine Club lanciato da MK2 in Francia, che distribuisce in sala contenuti nati sulla piattaforma. La riflessione è anche identitaria: “Oggi il produttore indipendente non è solo chi gestisce budget e sceneggiature, ma anche un creatore, un narratore. Se riusciremo a mettere insieme queste due dimensioni dentro YouTube, saremo già al passo successivo.” L’obiettivo non è soltanto distribuire contenuti, ma costruire engagement attraverso playlist, interazioni e community: “YouTube è già la piattaforma numero uno negli Stati Uniti per la fruizione da salotto, e lo stesso accade in molti mercati. Dobbiamo stare accanto a questa rivoluzione, producendo sempre di più e innovando continuamente. La rivoluzione sarà completa quando metteremo insieme le nostre energie.”