Il film di Maura Bolognini racconta della lotta contro i fascisti di una donna, Libera Valente, che finisce per coinvolgere anche la sua famiglia, composta da Matteo Zanoni e dai suoi due figli Carlo e Anna.
Libera, che non riesce a restare indifferente a quello che le accade intorno, si trasferisce prima a Livorno e poi a Modena, di cui nel film è visibile Piazza Grande e la Calle dei Campionesi. Sempre nella zona tra Modena e Soliera, si trova il fiume Secchia, lungo il cui corso è stata girata la scena dell'esplosione organizzata proprio da Libera.
L'ulteriore trasferimento dei protagonisti durante la guerra sposta l'ambientazione a Padova, dove le scene delle brutali fucilazioni fasciste trovano le loro location anche in Emilia Romagna, a Scandiano (RE), di cui si riconosce Piazza della Libertà e la Rocca dei Boiardo.
Alcune riprese hanno inoltre riguardato Roma, in particolare il Piazzale Antonio Tosti, nei pressi di Viale Tor Marancia nel quartiere Ardeatino.
Il film di Maura Bolognini racconta della lotta contro i fascisti di una donna, Libera Valente, che finisce per coinvolgere anche la sua famiglia, composta da Matteo Zanoni e dai suoi due figli Carlo e Anna.
Libera, che non riesce a restare indifferente a quello che le accade intorno, si trasferisce prima a Livorno e poi a Modena, di cui nel film è visibile Piazza Grande e la Calle dei Campionesi. Sempre nella zona tra Modena e Soliera, si trova il fiume Secchia, lungo il cui corso è stata girata la scena dell'esplosione organizzata proprio da Libera.
L'ulteriore trasferimento dei protagonisti durante la guerra sposta l'ambientazione a Padova, dove le scene delle brutali fucilazioni fasciste trovano le loro location anche in Emilia Romagna, a Scandiano (RE), di cui si riconosce Piazza della Libertà e la Rocca dei Boiardo.
Alcune riprese hanno inoltre riguardato Roma, in particolare il Piazzale Antonio Tosti, nei pressi di Viale Tor Marancia nel quartiere Ardeatino.
R. Loyola Cinematografica
Libera figlia di un anarchico esiliato a Ustica dal fascismo, sposata con Matteo, finisce a sua volta al confino per 5 anni, dopo essere stata presa di mira dal gerarca fascista Franco Testa prima e durante la guerra. Finita la guerra, scopre che il Testa ha assunto una carica pubblica. Protesta inutilmente prima di essere freddata da un cecchino fascista.