Per il suo primo lungometraggio di finzione Stefano Casertano sceglie di raccontare la storia di Elena Di Porto, soprannominata "la matta di piazza Giudia", la donna che la notte del 16 ottobre 1943 provò ad avvertire inutilmente la sua gente dell’imminente rastrellamento nazista, da cui aveva saputo da fonti sicure.
Elena del ghetto è ambientato nel ghetto di Roma tra il 1938 e il 1943, anni durante i quali si assistette all’inesorabile ascesa del fascismo e all'orrore delle leggi razziali. Di fronte all’abisso della Storia, si racconta il coraggio di una donna dal temperamento ribelle e indomito, a cui dona il volto Micaela Ramazzotti.
Il film è stato girato tra febbraio e marzo 2025 a Tivoli e nel centro storico di Roma. Le riprese sono durate in tutto 5 settimane coinvolgendo una troupe di 80 professionisti.
Al centro della scena compare più volte piazza delle Erbe a Tivoli (già presente nella serie Rai La Storia di Francesca Archibugi), dove si svolge il mercato e dove i tedeschi caricano sulle camionette gli ebrei da deportare ad Auschwitz nella scena più drammatica del film. Coinvolte dalle riprese anche altre zone del centro storico e viale Giuseppe Mazzini.
Altre scene del film sono state girate sull’isola Tiberina a Roma. Ponte Fabricio, il più antico di Roma (62 a.C.), e gli esterni della Chiesa di San Giovanni Calibita, che si trova proprio all’imbocco del ponte, sono parte del tragitto di Elena per andare a lavoro a “casa dei signori”.
A causa del suo carattere ribelle e indomito, intollerante nei confronti delle ingiustizie, Elena si scontra spesso con i fascisti che infestano il quartiere e viene internata presso il “Manicomio della Provincia”, ovvero l’ex manicomio di Santa Maria della Pietà.
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Per il suo primo lungometraggio di finzione Stefano Casertano sceglie di raccontare la storia di Elena Di Porto, soprannominata "la matta di piazza Giudia", la donna che la notte del 16 ottobre 1943 provò ad avvertire inutilmente la sua gente dell’imminente rastrellamento nazista, da cui aveva saputo da fonti sicure.
Elena del ghetto è ambientato nel ghetto di Roma tra il 1938 e il 1943, anni durante i quali si assistette all’inesorabile ascesa del fascismo e all'orrore delle leggi razziali. Di fronte all’abisso della Storia, si racconta il coraggio di una donna dal temperamento ribelle e indomito, a cui dona il volto Micaela Ramazzotti.
Il film è stato girato tra febbraio e marzo 2025 a Tivoli e nel centro storico di Roma. Le riprese sono durate in tutto 5 settimane coinvolgendo una troupe di 80 professionisti.
Al centro della scena compare più volte piazza delle Erbe a Tivoli (già presente nella serie Rai La Storia di Francesca Archibugi), dove si svolge il mercato e dove i tedeschi caricano sulle camionette gli ebrei da deportare ad Auschwitz nella scena più drammatica del film. Coinvolte dalle riprese anche altre zone del centro storico e viale Giuseppe Mazzini.
Altre scene del film sono state girate sull’isola Tiberina a Roma. Ponte Fabricio, il più antico di Roma (62 a.C.), e gli esterni della Chiesa di San Giovanni Calibita, che si trova proprio all’imbocco del ponte, sono parte del tragitto di Elena per andare a lavoro a “casa dei signori”.
A causa del suo carattere ribelle e indomito, intollerante nei confronti delle ingiustizie, Elena si scontra spesso con i fascisti che infestano il quartiere e viene internata presso il “Manicomio della Provincia”, ovvero l’ex manicomio di Santa Maria della Pietà.
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Roma, ghetto, la notte del 16 ottobre 1943. Una donna corre sotto la pioggia e grida a tutti di fuggire. È Elena Di Porto: separata dal marito, porta i pantaloni, fuma, gioca a biliardo e fa boxe. Nel ghetto la chiamano “la Matta”, e forse è per questo che nessuno le crede quando avverte dell’imminente rastrellamento nazista, di cui ha saputo da fonti sicure. Un affresco che racconta, nell’arco di cinque anni (1938-1943), l’inesorabile ascesa di un orrore fermamente voluto dal fascismo e il coraggio di una donna ebrea dal temperamento ribelle e indomito.