Dopo Piove 2022 e A Classic Horror Story 2021 Paolo Strippoli ha presentato Fuori Concorso alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il suo terzo lungometraggio, La valle di sorrisi, un nuovo horror che conferma il regista e sceneggiatore tra i più abili in questo genere in Italia. Il film, al cinema dal 17 settembre con Vision Distribution, vede protagonista Michele Riondino (David di Donatello Miglior attore protagonista per Palazzina Laf, 2023) e il giovane Giulio Feltri, affiancati da Paolo Pierobon (Nastro d'argento miglior attore non protagonista per Rapito, 2023), Romana Maggiora Vergano (Nastro d’argento Migliore attrice protagonista per Il tempo che ci vuole, 2024) e Roberto Citran (tre volte candidato ai David di Donatello).
Ne La valle dei sorrisi Sergio Rossetti (Michele Riondino), insegnante di educazione fisica tormentato da un oscuro passato, si trasferisce per lavoro a Remis, un paesino nascosto in una valle isolata tra le montagne, i cui abitanti sembrano tutti insolitamente felici. Grazie all’incontro con Michela (Romana Maggiora Vergano), la giovane proprietaria della locanda del paese, Sergio scopre che dietro questa apparente serenità, si cela un inquietante segreto che minaccia la sua stessa vita e quella degli abitanti del paese. Una notte a settimana, questi si radunano per abbracciare Matteo Corbin (Giulio Feltri), un adolescente capace di assorbire il dolore degli altri. Nel tentativo di salvare il ragazzo, Sergio risveglierà il lato più oscuro di colui che tutti chiamano l'angelo di Remis.
Girato nel Friuli Venezia Giulia fra le montagne di Tarvisio e Sappada, ai confini con la Slovenia e il Veneto, La valle dei sorrisi trascina in un mondo parallelo ma realistico, tanto accattivante quanto inquietante. “Credo che la nostra comunità di Remis, per quanto sia immaginaria, rappresenti un contesto credibile perché la montagna isola e protegge, ed è tutto ciò di cui la comunità di Remis ha bisogno – spiega Paolo Strippoli - L’Italia è piena di fenomeni extra canonici e quella che abbiamo immaginato per la nostra storia credo che rappresenti qualcosa di plausibile. Volevamo creare un mondo che non fosse una comunità dai tratti estremi di film come The Wicker Man, che resta un mio grande riferimento, ma abbiamo cercato di costruirne e disegnarne una che fosse piuttosto vicina alla realtà della nostra Italia, senza eccessivi elementi di implausibilità".
Su questo equilibrio sottile tra credibilità e soprannaturale Strippoli gioca per realizzare una storia surreale ma verosimile, che trasforma il fascino incantato delle montagne in un perturbante universo in cui proprio l’eliminazione del dolore e della sofferenza diventano la causa di un orrore sempre più incontenibile. “Volevamo che il pubblico potesse credere alla Comunità di Remis come a un posto in cui può capitare di trovarsi nella vita reale di ogni giorno, un luogo di cui si può sentire parlare alla tv o attraverso un racconto ascoltato per strada – continua il regista e cosceneggiatore de La valle dei sorrisi insieme a Jacopo Del Giudice e Milo Tissone - In realtà la gente di Remis appare serena e sorridente ma non siamo a Pleasantville, non sono i sorrisi di Smile, non siamo in quel tipo di film di genere. Volevo che il contesto fosse credibile e solo rendendolo plausibile si poteva arrivare con potenza alla dissoluzione di una comunità che abbiamo scelto di raccontare”.
Uscendo dalla semplicistica contrapposizione tra dolore e felicità, La valle dei sorrisi, attraverso un racconto teso, livido e sinistro ambientato in uno scenario apparentemente idilliaco, dimostra quanto invece anche la sofferenza sia parte ineludibile della vita nella sua accezione più positiva. “Il dolore è connaturato alla nostra esistenza ma l’intera comunità che raccontiamo si scontra con l’impossibilità di accettarlo – dice Strippoli - Quando gli abitanti di Remis si vedono privati del loro dispositivo di compensazione, arrivano a compiere atti estremi e pericolosi, per loro stessi e per gli altri”.