Condividi

'La lezione', il polar di Mordini tra i venti di Trieste e l'ombra del bosco

23-10-2025 Vania Amitrano Tempo di lettura: 3 minuti

Chiusi in una casa isolata in montagna il regista Stefano Mordini e lo sceneggiatore Luca Infascelli si erano dedicati alla scrittura de La lezione, il film tratto dall’omonimo romanzo di Marco Franzoso e presentato alla 20ª Festa del Cinema di Roma. Matilda De Angelis e Stefano Accorsi sono i protagonisti di un polar che parla di stalking e che parte da una Trieste fatta di grigi, eppure aperti e ventosi spazi urbani e arriva ad una casa solitaria in un bosco oscuro.

Da quell’isolamento in montagna di Mordini e Infascelli sono confluite poi nel film le atmosfere cupe e sospese, gli spazi e le suggestioni visive e psicologiche del racconto, che si rifanno alla cinematografia di Michael Haneke e di film come La morte e la fanciulla (1994) di Roman Pola?ski.

La lezione

La lezione segue la storia di Elisabetta (Matilda De Angelis), un’avvocata di successo, sicura di sé, brillante e indipendente, che dopo aver sostenuto e vinto la causa del professor Angelo Walder (Stefano Accorsi), accusato di violenza da una donna, si ritrova improvvisamente calata in una spirale di ansie e di costante senso di minaccia. Alcuni piccoli segnali le fanno credere che il suo ex fidanzato, già condannato per stalking, possa essere tornato a tormentarla. Mentre Angelo però continua a pressarla perché lei lo difenda nuovamente in un’altra causa, questa volta contro l’università in cui insegna, Elisabetta cerca di sforzarsi di distinguere la realtà dall’immaginazione. In questo precario e fragile equilibrio la presenza di Angerlo si rivelerà più preoccupante di quanto ella pensasse.

Il libro di Franzoso è ambientato tra le colline romagnole, ma Mordini ha voluto trasferire la storia a Trieste collocandola all’interno di un grande evento come quello della Barcolana (storica regata velica internazionale che si tiene ogni anno nel Golfo del capoluogo friulano). “Volevo portarla più al nord, volevo una freddezza e un'educazione nei rapporti che a volte nasconde il coraggio della verità. Trieste è una città straordinaria, molto mitteleuropea che proietta il racconto un po’ fuori dall’Italia. Luce, ambienti, contenuti e soprattutto il vento come elemento di disturbo, non solo scenico, ma psicologico. La Film Commission di Trieste lavora molto bene, ma abbiamo scelto Trieste soprattutto perché ci siamo trovati molto a nostro agio in quella città”, spiega il regista.

News correlate

Tutte le news