Le nove Domus de Janas della Necropoli di Puttu Codinu rappresentano, insieme all’insediamento del Nuraghe Appiu, il sito archeologico più famoso di Villanova Monteleone.
Il nome di queste ‘case dei morti’, intitolate alle fate (janas), ma in realtà tombe collettive di un villaggio che doveva sorgere vicino, significa ‘pozzo di roccia’ ed è databile a partire dal 3500 a.C. (Neolitico finale) alla fine del III millennio (Eneolitico), con frequentazioni, attestate dai reperti, sino al 1800-1600 a.C. (Bronzo antico).
In un affioramento roccioso si aprono due ipogei funerari, nel secondo tutti gli altri. Le sepolture sono precedute da brevi corridoi (dromoi). Si sviluppano in senso longitudinale con schema a T attraverso una serie di ambienti (anticella, cella principale e vani laterali), nei quali venivano deposti defunti e loro corredi. All’esterno della domus VII, due menhir ‘interpretati’ come segnacoli delle sepolture.
Villanova è dominata dal Monte Minerva, spettacolare vulcano spento e coperto da una foresta, dove si trova un altro sepolcreto a Domus de Janas.
Nel bosco del Monte Cuccu un parco archeologico racchiude un complesso dell’Età del Ferro (900-800 a.C.), formato dal Nuraghe trilobato Appiu, un villaggio di circa 200 capanne, un altro nuraghe monotorre e una Tomba di Giganti con due dolmen. Vicini anche un circolo megalitico e un tempio a megaron. Altri edifici nuragici villanovesi sono la Tomba di Giganti di Laccaneddu e le torri sui Monti Lua e Sa Rughe.
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