Primi del Settecento, Venezia. All’Ospedale della Pietà arriva un nuovo maestro di musica, si chiama Antonio Vivaldi e istruirà le orfane più brillanti della struttura allo studio del violino facendo diventare la loro orchestra una delle più apprezzate all’epoca. Questo è il contesto in cui è ambientato Primavera, opera prima del regista di lirica Damiano Michieletto, che vede protagonisti Tecla Insolia e Michele Riondino.
In Primavera Insolia interpreta Cecilia, una delle orfane più talentuose nell’uso del violino all’Ospedale della Pietà, dove vive reclusa sin dalla nascita, dopo essere stata abbandonata da una madre la cui esistenza ella non si rassegna a dimenticare. L’unico contatto che Cecilia e le sue compagne, orfane come lei, hanno con il mondo esterno è quello attraverso la grata di una chiesa in cui ogni settimana un pubblico numeroso accorre per assistere ai loro concerti. Tutto cambia con l'arrivo del nuovo insegnante di violino, Antonio Vivaldi, interpretato da Michele Riondino, con cui la ragazza creerà un rapporto particolare nel segno della loro grande passione per la musica e che la porterà a maturare una nuova, diversa consapevolezza di sé.
Noto regista di opera lirica, Damiano Michieletto ha collaborando con i maggiori palchi italiani e internazionali: dal Teatro alla Scala di Milano alla Royal Opera House di Londra, dal Teatro La Fenice di Venezia, alla Staatsoper di Berlino, all’Opera di Parigi. Per la sua prima opera cinematogrfica ha scelto un terreno a lui molto familiare tanto per il tema, quanto per lo stile e gli ambienti. “Questo primo film non è nato dall'idea di fare una cosa più o meno classica – spiega il regista - ma dalla voglia di raccontare una storia in cui ci fossero quegli elementi che conosco e che penso di avere la possibilità e la credibilità di poter offrire al pubblico: raccontare una storia che avviene in una cornice geografica che mi appartiene (ovviamente non nel settecento), in un ambiente musicale che mi è familiare e sfruttando tutte le potenzialità che ha il componimento in termini di narrazione e di fattore emotivo”.
Primavera è ambientato a Venezia, ma le riprese sono state effettuate anche a Roma. La città lagunare ha per lo più offerto i panorami esterni, mentre gli interni dei palazzi, della chiesa e del chiostro sono stati ricostruiti in location nella capitale.
“È stato molto importante lo stupendo lavoro dello scenografo Gaspare De Pascalis che ha dato un contributo incredibile al film per la sua capacità di trovare soluzioni, di adattarsi alle condizioni e di operare con grande rapidità, energia e sensibilità – spiega ancora il regista di Primavera - Gaspare ha fatto una ricerca sulle location e siamo intervenuti parecchio nella ricostruzione degli ambienti. L’idea era di creare uno spazio in sintonia con la sceneggiatura del film, cioè molto essenziale, che non avesse gli orpelli settecenteschi, il Rococò e i merletti veneziani dell’epoca, ma che fosse un po' più crudo, pulito, quasi spoglio”.
Buona parte della storia è ambientata nell’Orfanotrofio della Pietà, che ha anche la funzione di un conservatorio, in cui le ragazze vivono chiuse, isolate, con uno stile molto sobrio. “L’Ospedale della Pietà non esiste più oggi. Dove una volta c'era l'orfanotrofio, adesso c'è un hotel e la chiesa stessa, la chiesa alla Pietà, vicino a San Marco, dove Vivaldi aveva insegnato e dove le ragazze si esibivano, è stata ristrutturata nell'Ottocento in stile neoclassico, tutta bianca, con gli stucchi, e non ha niente del sapore settecentesco veneziano”, chiarisce Michieletto.
Tuttavia, racconta ancora il regista, c'è un'altra chiesa a Venezia che fa parte del complesso dell'Ospedaletto, un altro di orfanotrofio-conservatorio, che ha conservato lo stile originale dell’epoca. “Quindi ci siamo ispirati un po' a questo complesso, alla chiesa che esiste, in cui c'è la cantoria con la grata e la sala di musica, in cui le ragazze suonavano e si esibivano per i concerti privati”.
Grazie ad un’attenta ricerca d’archivio Michieletto e lo scenografo De Pascalis hanno infine potuto ricostruire ambienti, costumi, condizioni di vita credibili e realistiche per le ragazze della storia di Primavera. “Abbiamo trovato una chiesa a Roma sulla la quale siamo poi intervenuti, con un lavoro di scenografia e pittura, cambiando un po' i connotati e sistemando le cose in modo che sembrasse essere uscita dalla storia”