Nero, il primo film da regista dell'attore Giovanni Esposito, è girato in Campania, tra Mondragone e Castel Volturno, nel casertano, ma anche nelle località di lago Patria, presso il parco delle Anfore, e Pollena Trocchia in provincia di Napoli, in un Sud Italia sospeso tra dolore e speranza. Si avvale della direzione della fotografia di Daniele Ciprì e della scenografia di Luigi Ferrigno.
Esposito ritaglia per sé il ruolo di Nero, un delinquente che vive di piccoli crimini per mantenere la sorella Imma (Susy Del Giudice), disabile mentale. Vive in quel sogno che fu Pinetamare, frazione di Castel Volturno (CE) situata sul litorale domizio. Più volte nel film si fa riferimento all’utopia di quello che è conosciuto anche come Villaggio Coppola, che negli anni Sessanta doveva diventare una località turistica da sogno, ma che i fenomeni di bradisismo e il terremoto dell’Irpinia del 1980 trasformarono in luogo di degrado occupato per lo più da migranti.
“Le periferie delle periferie – dice Giovanni Esposito – sono un continente a parte dove convivono tutti i continenti, dove le regole naturali sono spesso riscritte. In questi non-luoghi, il rispetto dei confini è individuale e il concetto di individualità è un Dio da rispettare, costi quel che costi. Qui la sola democrazia è l’individuo. Nero, il protagonista del film, si sente un immigrato in questo continente di immigrati, ma con l’atteggiamento del colonialista, di chi è perennemente in credito. Non è nero per niente, in verità, solo che in mezzo a questa comunità in prevalenza africana ci è cresciuto, adattandosi a un luogo che raccoglie gli scarti della società, abbandonati ai margini per non dar fastidio alle persone perbene, dove irrompe l’invadente bellezza del mare divorata dagli uomini”.
Durante una rapina in un supermercato, un colpo accidentale della sua pistola ferisce mortalmente un benzinaio, ma miracolosamente l’uomo si risveglia illeso. Un poliziotto, Abate (Giovanni Calcagno), indagando sui video di sorveglianza, si convince che Nero ha il potere di guarire e, disperato, lo implora di salvare sua figlia in coma da anni. Quando Nero riesce a risvegliarla, realizza di avere un dono straordinario, ma al tempo stesso scopre che c'è un prezzo altissimo da pagare: con ogni guarigione, perde progressivamente uno dei suoi cinque sensi. Tra le location anche il Pineta Grande Hospital, dove nero guarisce un uomo per soldi. Fino a che punto sarà disposto a sacrificarsi per salvare gli altri?
Nero, il primo film da regista dell'attore Giovanni Esposito, è girato in Campania, tra Mondragone e Castel Volturno, nel casertano, ma anche nelle località di lago Patria, presso il parco delle Anfore, e Pollena Trocchia in provincia di Napoli, in un Sud Italia sospeso tra dolore e speranza. Si avvale della direzione della fotografia di Daniele Ciprì e della scenografia di Luigi Ferrigno.
Esposito ritaglia per sé il ruolo di Nero, un delinquente che vive di piccoli crimini per mantenere la sorella Imma (Susy Del Giudice), disabile mentale. Vive in quel sogno che fu Pinetamare, frazione di Castel Volturno (CE) situata sul litorale domizio. Più volte nel film si fa riferimento all’utopia di quello che è conosciuto anche come Villaggio Coppola, che negli anni Sessanta doveva diventare una località turistica da sogno, ma che i fenomeni di bradisismo e il terremoto dell’Irpinia del 1980 trasformarono in luogo di degrado occupato per lo più da migranti.
“Le periferie delle periferie – dice Giovanni Esposito – sono un continente a parte dove convivono tutti i continenti, dove le regole naturali sono spesso riscritte. In questi non-luoghi, il rispetto dei confini è individuale e il concetto di individualità è un Dio da rispettare, costi quel che costi. Qui la sola democrazia è l’individuo. Nero, il protagonista del film, si sente un immigrato in questo continente di immigrati, ma con l’atteggiamento del colonialista, di chi è perennemente in credito. Non è nero per niente, in verità, solo che in mezzo a questa comunità in prevalenza africana ci è cresciuto, adattandosi a un luogo che raccoglie gli scarti della società, abbandonati ai margini per non dar fastidio alle persone perbene, dove irrompe l’invadente bellezza del mare divorata dagli uomini”.
Durante una rapina in un supermercato, un colpo accidentale della sua pistola ferisce mortalmente un benzinaio, ma miracolosamente l’uomo si risveglia illeso. Un poliziotto, Abate (Giovanni Calcagno), indagando sui video di sorveglianza, si convince che Nero ha il potere di guarire e, disperato, lo implora di salvare sua figlia in coma da anni. Quando Nero riesce a risvegliarla, realizza di avere un dono straordinario, ma al tempo stesso scopre che c'è un prezzo altissimo da pagare: con ogni guarigione, perde progressivamente uno dei suoi cinque sensi. Tra le location anche il Pineta Grande Hospital, dove nero guarisce un uomo per soldi. Fino a che punto sarà disposto a sacrificarsi per salvare gli altri?
Bartlebyfilm, Run Film, Pepito Produzioni, Rai Cinema
Nero è un piccolo criminale di mezza età che vive di espedienti per prendersi cura della sorella Imma, affetta da una grave disabilità. Durante una rapina finita male, Nero scopre di avere un potere misterioso: può guarire le persone, ma ogni volta perde uno dei suoi cinque sensi.