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"The Great (South Tyrolean) Beauty” - Esempi virtuosi di produzioni in Alto Adige

09-10-2025 Monica Sardelli Tempo di lettura: 5 minuti

L'Alto Adige, IDM Film & Music Commission Südtirol e alcune delle produzioni più significative degli ultimi anni, realizzate grazie al finanziamento e al supporto della Film Commission, sono al centro del panel "The Great (South Tyrolean) Beauty” tenutosi al Cinema Barberini di Roma nell’ambito del MIA Market.

Ad animare il dibattito, accanto Renate Ranzi, head di IDM Film & Music Commission Südtirol erano presenti Carlo Cresto-Dina, producer e CEO di tempesta, che ha portato il caso del film Elisa di Leonardo Di Costanzo, con Barbara Ronchi; Francesca Andreoli, producer e co-founder di Cinedora, cin rappresentanza di Vermiglio di Maura Delpero, coprodotto con Francia e Belgio; Markus Frings, CEO di movie.mento che ha raccontato la sfida della realizzazione della serie in costume Von Fock, diretta da Arun Tamm con protagonista Aurora Ruffino, coprodotto con Estonia e Lettonia. 

Renate Renzi ha raccontato il sostegno alle produzioni della Film Commission altoatesina: “Ogni anno gestiamo 3 call di finanziamento per la produzione e pre-produzione di progetti cinematografici e televisivi. Da qualche mese si è aggiunto anche un nuovo fondo legato alla musica, che ha come obiettivo quello di rafforzare l’Alto Adige come sede di produzioni musicali e promuovere lo sviluppo delle professioni legate a questo settore. Ma un’altra importante novità è quella di continuare ad accompagnare le produzioni nella fase di lancio dei progetti sostenuti. C’è infatti un fondo specifico che i produttori possono richiedere per sostenere le spese legate a quei progetti, finanziati da IDM, nella corsa ai premi principali”.

Carlo Cresto-Dina ha rivelato l'esigenza di Leonardo Di Constanzo per Elisa, un film che parla di giustizia riparativa, ovvero quella di immettere la protagonista in un luogo astratto. Dopo Ariaferma, il regista torna ad indagare il mondo del carcere ma in questo caso non guardando all'esterno, ma puntando l'obiettivo dentro la persona. Lo fa scegliendo un delitto reale avvenuto in Brianza attraverso il racconto dei colloqui di un'assassina con due criminologi (il film è liberamente ispirato a Io volevo ucciderla di Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali). Per questa esigenza serviva un luogo fisico, che rappresentasse un posto che in realtà non esiste ed è venuto naturale andare a cercarlo nel silenzio delle montagne altoatesine.

Cresto-Dina ha elogiato il sostegno della film commission: "IDM ha un elemento prezioso che tutte le Film Commission dovrebbero raggiungere: la ‘continuità’. Se si dà continuità all’intervento di una Film Commission su un territorio accadono due cose importanti: da un lato si crea un team di professionisti competenti, dall’altro lato, i produttori possono trovare anche maestranze locali specializzate, una vera e propria industria del territorio a cui ci si può appoggiare quando si prepara il lavoro delle riprese e sul set. Noi in cambio di questo grande sostegno abbiamo reinvestito sul territorio quasi il doppio e offerto lavoro a talenti locali, con un’attenzione forte anche verso i giovani”.

Francesca Andreoli ha raccontato la meravigliosa esperienza di Vermiglio, che dalle montagne dell'Alto Adige e il Leone d'argento a Venezia ha raggiunto un traguardo inimmaginabile: la scelta come film italiano per la corsa agli Oscar. Un'avventura costosissima per la produzione, che è stata sostenuta da IDM con il nuovo fondo dedicato alla Campagna Oscar del film, fondamentale per coprire molte spese.

Riguardo alle riprese in Alto Adige Andreoli aggiunge: “Abbiamo coinvolto tantissime persone del territorio per realizzare Vermiglio. Avevamo una troupe composta da francesi, altoatesini, trentini, ed è stata una risorsa di talenti incredibile perché riuscivamo ad unire sguardi e professionalità differenti. Maura è cresciuta su quelle montagne, che hanno sempre fatto parte del suo sguardo. Noi come produttori le abbiamo permettesso di stare molto tempo nel suo territorio, a studiare, osservare e poi scrivere, per poi fare un lunghissimo lavoro di casting, alla ricerca della postura, della gestualità e dei corpi della gente del posto”. 

Markus Frings ha raccontato la serie televisiva in costume Von Fock, che oggi può vantare di essere la serie più grande, a livello produttivo, realizzata nei Paesi Baltici. “Sono un po’ il risultato di quello a cui ha dato vita la Film Commission sul territorio, visto che vengo dalla Germania e sono cresciuto in Alto Adige. Oggi ricopro il ruolo di presidente di un gruppo di produttori altoatesini e siamo diventati sul territorio un punto di riferimento. Inoltre, in Alto Adige si parlando tre lingue e questo ci permette di essere il perfetto collegamento europeo tra il Nord e il Sud e di agire tra mercati diversi. Il 30% del budget di questa serie viene proprio dall’Alto Adige. di cui una parte anche dal Fondo di IDM”.

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