Esordio alla regia di Pio D'Antini e Amedeo Grieco, aka Pio e Amdeo, Oi vita mia è una commedia divertente e tenera ambientata nello splendido paesaggio di Vieste nel Gargano, che non solo fa da cornice alla storia, ma accompagna i personaggi con la sua luce, i suoi colori e i suoi piacevoli paesaggi e ambienti.
Oi vita mia, al cinema dal 27 novembre con PiperFilm, vede protagonisti Pio e Amedeo con i loro consueti divertenti personaggi, impacciati, a volte un po’ cinici, ma dal cuore tenero, in una storia che cerca di unire due generazioni agli antipodi: quella degli adolescenti e quella degli anziani. Al loro fianco recitano anche un eccellente Lino Banfi con Ester Pantano e Cristina Marino e la partecipazione di Luca Argentero.
Pio e Amedeo sono amici da una vita e da una vita litigano essendo agli opposti su tutto: disattento uno, meticoloso l’altro; scialacquatore il primo, parco il secondo; credente questo, ateo quello. Pio fa l’educatore in una comunità di recupero per giovani in difficoltà, tra sogni spezzati e dipendenze da combattere. Amedeo gestisce con gioia una casa di riposo per anziani. Un giorno però Pio si ritrova messo alla porta dalla fidanzata Francesca e come se non bastasse anche il tetto della casa-famiglia in cui opera crolla lasciando per strada lui e i suoi ragazzi. L’unica soluzione sembra quella di appoggiarsi provvisoriamente in quel piano libero della casa di riposo in cui vive e lavora Amedeo, ma la convivenza si rivela ben più complicata di quanto non potesse apparire all’inizio. Mentre adolescenti e anziani vivono con insofferenza la vicinanza gli uni degli altri, anche le spese si rivelano molto più consistenti del previsto e questo costringe Pio a cedere ai metodi di autofinanziamento molto poco ortodossi suggeriti da Amedeo. Intanto le difficoltà nella vita personale di Pio e Amedeo, invece che risolversi, sembrano aumentare. Nel caos sarà la tenerezza brillante di Mario, uno degli ospiti della casa di riposo malato di Alzheimer, a offrire a tutti un punto di vista diverso per affrontare le difficoltà.
Dopo aver scritto e interpretato due dei film diretti da Gennaro Nunziante, Come può uno scoglio (2023) e Belli ciao (2022), il duo comico ora si cimenta con successo dietro la macchina da presa avvalendosi anche della bellezza di un luogo a loro caro, Vieste. “Il progetto ha un legame forte e indissolubile con Vieste e con il Gargano, non solo come ambientazione ma come autentica fonte d’ispirazione”, dicono i due registi e cosceneggiatori insieme a Emanuele Licitra.
L’ispirazione per la storia di Oi vita mia, specificano i registi, giunge da luoghi reali: “La casa di riposo Gesù e Maria, affacciata sul mare, e una vera comunità per minori situata poco distante, sono i luoghi in cui è nata l’idea del film e che rappresentano gli ambienti principali della narrazione”. Una fotografia calda e luminosa valorizza le atmosfere mediterranee del Gargano, “terra di santi, pellegrinaggi e silenzi spirituali”, che sembrano armonizzarsi con gli stati d’animo della storia stessa in gradevoli sfumature che vanno dal comico al commuovente.
Per Pio e Amedeo, nativi di quella zona, girare a Vieste voleva dire “restituire al pubblico un volto poco raccontato della Puglia, quello più autentico, ancora lontano dai circuiti turistici mainstream, ma ricco di poesia, umanità e bellezza”.
Oi Vita Mia rappresenta per il duo “un atto d’amore verso la nostra terra. Il territorio di Vieste e del Gargano è parte integrante del racconto, non solo come sfondo, ma come tessuto vivo e narrativo. Attraverso la valorizzazione delle sue architetture, delle sue comunità, del suo paesaggio costiero e interno, intendiamo contribuire alla diffusione culturale e turistica di un’area che conserva ancora intatti il suo fascino e la sua identità”.