“Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione”.
Il Perozzi parlando del Necchi
Le location di Amici Miei permettono allo spettatore di conoscere alcuni angoli poco conosciuti di Firenze, come quello che nel film è presentato come il bar Necchi: in questo locale dal sapore popolare, che si trova in via dei Renai, nella zona di San Niccolò, i quattro amici giocano a biliardo e a carte, organizzano scherzi, ma soprattutto conoscono la vittima perfetta, il Righi. La via del bar è quella della scena del clacson, in cui, a inizio film, un vigile diviene la prima vittima della supercazzola. Nel giardinetto davanti al bar il Righi aspetta i quattro amici a cui deve riconsegnare la droga, non sapendo che si tratta solo di zucchero.
L’ospedale dove lavora il Sassaroli non è a Pescia, come si racconta nel film, ma è l’Istituto del Salviatico, in zona Campo di Marte. Qui i quattro saranno ricoverati per un periodo a causa di un’incidente. Successivamente, sulle scalinate della Chiesa San Lorenzo, nell’omonima piazza, il Mascetti cercerà di vendere la sua gamba finta “già periziata dall’assicurazione”. Nonostante sia sposato, Mascetti è innamorato della Titti, che va ancora a scuola, presso quello che in realtà è l’edificio del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, in Piazza della Santissima Annunziata. Un giorno, nel riaccompagnarla a casa passando per il Lungarno della Zecca Vecchia e per Viale Gramsci, l’uomo le fa un profondo quanto inutile discorso.
Uno degli scherzi più celebri si svolge alla stazione di Santa Maria Novella, dove gli “zingari” hanno l’abitudine di schiaffeggiare gli inermi passeggeri affacciati ai finestrini dei treni in partenza. Un altro scherzo va in scena a Calcata Vecchia, borgo arroccato su una collina di tubo nei pressi di Viterbo prescelto per allarmare la popolazione facendole credere di dover abbattere diversi edifici e far posto ad autostrade e tangenziali. Una sera, i cinque si imbucano ad una festa presso il Castello di Marignolle, a ovest di Firenze. Lo scherzo al Righi consiste nell’affiliarlo ad una terribile banda di spacciatori in lotta con i Marsigliesi, ma prima dovrà affontare alcune prove: quando finalmente arriva anche per lui il momento di spartire il bottino, i compari si fermano in quello che oggi è il Mandela Forum a Campo di Marte, una struttura in cemento che oggi è parte di uno stadio.
L’epilogo del film è in Piazza Santo Spirito, dove si celebra il funerale del Perozzi e dove i superstiti non esiteranno a divertirsi ancora una volta alle spalle del Righi.
“Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione”.
Il Perozzi parlando del Necchi
Le location di Amici Miei permettono allo spettatore di conoscere alcuni angoli poco conosciuti di Firenze, come quello che nel film è presentato come il bar Necchi: in questo locale dal sapore popolare, che si trova in via dei Renai, nella zona di San Niccolò, i quattro amici giocano a biliardo e a carte, organizzano scherzi, ma soprattutto conoscono la vittima perfetta, il Righi. La via del bar è quella della scena del clacson, in cui, a inizio film, un vigile diviene la prima vittima della supercazzola. Nel giardinetto davanti al bar il Righi aspetta i quattro amici a cui deve riconsegnare la droga, non sapendo che si tratta solo di zucchero.
L’ospedale dove lavora il Sassaroli non è a Pescia, come si racconta nel film, ma è l’Istituto del Salviatico, in zona Campo di Marte. Qui i quattro saranno ricoverati per un periodo a causa di un’incidente. Successivamente, sulle scalinate della Chiesa San Lorenzo, nell’omonima piazza, il Mascetti cercerà di vendere la sua gamba finta “già periziata dall’assicurazione”. Nonostante sia sposato, Mascetti è innamorato della Titti, che va ancora a scuola, presso quello che in realtà è l’edificio del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, in Piazza della Santissima Annunziata. Un giorno, nel riaccompagnarla a casa passando per il Lungarno della Zecca Vecchia e per Viale Gramsci, l’uomo le fa un profondo quanto inutile discorso.
Uno degli scherzi più celebri si svolge alla stazione di Santa Maria Novella, dove gli “zingari” hanno l’abitudine di schiaffeggiare gli inermi passeggeri affacciati ai finestrini dei treni in partenza. Un altro scherzo va in scena a Calcata Vecchia, borgo arroccato su una collina di tubo nei pressi di Viterbo prescelto per allarmare la popolazione facendole credere di dover abbattere diversi edifici e far posto ad autostrade e tangenziali. Una sera, i cinque si imbucano ad una festa presso il Castello di Marignolle, a ovest di Firenze. Lo scherzo al Righi consiste nell’affiliarlo ad una terribile banda di spacciatori in lotta con i Marsigliesi, ma prima dovrà affontare alcune prove: quando finalmente arriva anche per lui il momento di spartire il bottino, i compari si fermano in quello che oggi è il Mandela Forum a Campo di Marte, una struttura in cemento che oggi è parte di uno stadio.
L’epilogo del film è in Piazza Santo Spirito, dove si celebra il funerale del Perozzi e dove i superstiti non esiteranno a divertirsi ancora una volta alle spalle del Righi.
Rizzoli Film, R.P.A.
David di Donatello 1976: Miglior regista a Mario Monicelli – Miglior attore protagonista a Ugo Tognazzi / Nastro d'argento 1976: Miglior produttore a Andrea Rizzoli – Miglior soggetto originale a Pietro Germi, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli – Migliore sceneggiatura a Pietro Germi, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli / Globo d'oro 1976: Miglior attore rivelazione a Duilio Del Prete
Il Necchi, proprietario di un bar, il Perozzi, un giornalista, l’architetto Melandri e il nobile decaduto Mascetti, sono quattro inseparabili cinquantenni fiorentini, amici fin dall’infanzia, che, assieme ad un quinto membro, il professor Sassaroli, trascorrono il tempo libero ad organizzare terribili scherzi ai danni di poveri malcapitati.