Lo stretto di Messina, chiamato nell'antichità stretto di Scilla e Cariddi, è un braccio di mare che collega Tirreno e Ionio, separando la Calabria e la Sicilia e bagnando le due città di Reggio Calabria e Messina, con una larghezza minima di circa 3,14 km tra Villa San Giovanni e Messina.
Una delle caratteristiche dello stretto, che ha la forma di un imbuto con la parte meno ampia rivolta a nord, sono le sue impetuose correnti, dovute a un perenne dislivello di circa 27-28 cm tra le acque dello Ionio e quelle del Tirreno, che si innescano per compensazione ogni circa 6 ore.
Le caratteristiche idrodinamiche e chimiche delle sue acque permettono allo stretto di essere una riserva di biodiversità. I fondali sono particolarmente colorati, grazie alla presenza di attinie, madrepore e coralli, e sono frequentati da cernie, dentici, saraghi, ricciole, castagnole ed in periodo invernale dal pesce san Pietro. Lo stretto di Messina è anche un punto di transito per molte specie migratorie, come tonno, palamita, aguglia imperiale, pesce spada e alcuni cetacei.
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