Accadia, 650m d’altitudine, è un comune del Subappennino Dauno. Memoria storica per la cittadinanza è il Rione Fossi, sede del più antico insediamento urbano del comune e testimonianza architettonica e storica di un'antica civiltà contadina. Il borgo è stato abbandonato in seguito al terremoto del 1930 e risulta oggi completamente disabitato. Negli ultimi anni le varie amministrazioni hanno avviato un programma di recupero e restauro.
Nell'antichità classica la zona era considerata luogo di culto, con templi, cenobi pagani e dimore sacerdotali. In epoca medievale e durante il periodo normanno-svevo-angioino-aragonese, il luogo era, invece, una munitissima piazzaforte che sfruttava le fortificazioni messe a difesa dei templi classici e dei loro ingenti tesori. I cittadini vivevano in casali sparsi attorno a tale piazzaforte.
L'antica denominazione Fossa dei Greci è l’erronea traduzione dell’espressione greco-latina "Fossa Agroecorum" che in realtà significa Fossa degli Orfici (letteralmente degli asociali, eremiti). Essi abitavano nelle grotte ancora in parte presenti nella zona e, da vivi, si preparavano come sepoltura una semplice fossa, nella quale si calavano, avvolti in un candido lenzuolo e con una lucerna.
All'interno del borgo le case sono separate da stradine selciate e da vicoli tortuosi a forma di chiocciola e raccolte attorno alla Chiesa Matrice dei Santi Pietro e Paolo, di epoca bizantina. Nel borgo si possono ammirare anche i resti del palazzo ducale. Accanto all'antico Arco di Porta di Capo, che era un tempo la porta d'accesso al borgo, vi è una piazzetta intitolata al Cancelliere Ranuccio Zannella, eroico difensore di Accadia durante l'assedio del 1462.
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