Le città di pianura di Francesco Sossai è la storia di due cinquantenni spiantati, Carlobianchi e Doriano (Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla), e della loro ossessione di girare in macchina alla ricerca dell’ultimo bicchiere da bere. Nel loro peregrinare nella pianura veneta, una notte si imbattono in Giulio (Filippo Scotti), un timido studente di architettura: l’incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l’amore, e di immaginare il futuro.
Le riprese di questo film on the road toccano varie province nella pianura veneta (e non solo), nei territori di Sedico, Feltre e Cesiomaggiore (BL), Cadoneghe e Brugine (PD) dove i tre uomini entrano a villa Roberti fingendosi architetti per scroccare l'ennesimo bicchiere, a Noale e Chioggia (VE), e nella stessa Venezia con set, tra gli altri, nel sestiere di Santa Croce e presso il campo dei tolentini.
Le scene finali sono ambientate nel memoriale Brion, complesso funerario monumentale immerso nella campagna trevigiana, ai margini del paese di San Vito d’Altivole. Al confine tra il memoriale privato e il cimitero pubblico, Giulio e i suoi due amici visitano anche la tomba del suo architetto Carlo Scarpa, che qui volle essere sepolto.
Leggi anche:
Le città di pianura di Francesco Sossai è la storia di due cinquantenni spiantati, Carlobianchi e Doriano (Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla), e della loro ossessione di girare in macchina alla ricerca dell’ultimo bicchiere da bere. Nel loro peregrinare nella pianura veneta, una notte si imbattono in Giulio (Filippo Scotti), un timido studente di architettura: l’incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l’amore, e di immaginare il futuro.
Le riprese di questo film on the road toccano varie province nella pianura veneta (e non solo), nei territori di Sedico, Feltre e Cesiomaggiore (BL), Cadoneghe e Brugine (PD) dove i tre uomini entrano a villa Roberti fingendosi architetti per scroccare l'ennesimo bicchiere, a Noale e Chioggia (VE), e nella stessa Venezia con set, tra gli altri, nel sestiere di Santa Croce e presso il campo dei tolentini.
Le scene finali sono ambientate nel memoriale Brion, complesso funerario monumentale immerso nella campagna trevigiana, ai margini del paese di San Vito d’Altivole. Al confine tra il memoriale privato e il cimitero pubblico, Giulio e i suoi due amici visitano anche la tomba del suo architetto Carlo Scarpa, che qui volle essere sepolto.
Leggi anche:
Carlobianchi e Doriano, due spiantati cinquantenni, hanno un’ossessione: andare a bere l’ultimo bicchiere. Una notte, vagando in macchina da un bar all’altro, si imbattono per caso in Giulio, un timido studente di architettura: l’incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l’amore, e di immaginare il futuro. Un road movie nella sterminata pianura veneta che viaggia alla velocità con cui si smaltisce una sbronza.