Tratta dai romanzi Questa non è una canzone d’amore e Di rabbia e di vento di Alessandro Robecchi editi da Sellerio, la serie ha come protagonista Carlo Monterossi (Fabrizio Bentivoglio) che vive in un appartamento di un quartiere della vecchia Milano, destinata inesorabilmente a scomparire. L’abitazione, nelle intenzioni del regista, è stata allestita con un gusto che richiama un tempo passato ma che dalle finestre vede la nuova Milano, simbolicamente rappresentata dai grattacieli della modernissima piazza Gae Aulenti e dalle aree verdi all’avanguardia del complesso residenziale denominato Bosco verticale. Il risultato è quello di una specie di roccaforte, attorno alla quale la modernità sembra avanzare ogni giorno di più con le sue gru e le luci seducenti.
Accentuato dalle note di Bob Dylan, non manca quel velo di malinconia – lo stesso che caratterizza il volto del protagonista – quando la trama tocca alcune tappe storiche del capoluogo lombardo. Le indagini di Monterossi lo portano nella direzione dei Navigli, luogo simbolo della Milano da bere, con le case di ringhiera, ponticelli che collegano i due lati dei canali e le vie laterali fatte di ciottoli. Proprio sul ponte di San Cristoforo, che attraversa il Naviglio Grande, si consuma l’epilogo della vicenda raccontata in Questa non è una storia d’amore, sul finire del terzo episodio.
Il cimitero monumentale, ultima dimora di personaggi illustri come Alessandro Manzoni, Francesco Sforza, Ludovico il Moro e, più recentemente, Eugenio Montale, Luchino Visconti, Enzo Biagi, è invece al centro dell’indagine raccontata nei tre episodi successivi, Di rabbia e di vento, che ruota attorno al mondo della prostituzione e ad un misterioso tesoro.
Tratta dai romanzi Questa non è una canzone d’amore e Di rabbia e di vento di Alessandro Robecchi editi da Sellerio, la serie ha come protagonista Carlo Monterossi (Fabrizio Bentivoglio) che vive in un appartamento di un quartiere della vecchia Milano, destinata inesorabilmente a scomparire. L’abitazione, nelle intenzioni del regista, è stata allestita con un gusto che richiama un tempo passato ma che dalle finestre vede la nuova Milano, simbolicamente rappresentata dai grattacieli della modernissima piazza Gae Aulenti e dalle aree verdi all’avanguardia del complesso residenziale denominato Bosco verticale. Il risultato è quello di una specie di roccaforte, attorno alla quale la modernità sembra avanzare ogni giorno di più con le sue gru e le luci seducenti.
Accentuato dalle note di Bob Dylan, non manca quel velo di malinconia – lo stesso che caratterizza il volto del protagonista – quando la trama tocca alcune tappe storiche del capoluogo lombardo. Le indagini di Monterossi lo portano nella direzione dei Navigli, luogo simbolo della Milano da bere, con le case di ringhiera, ponticelli che collegano i due lati dei canali e le vie laterali fatte di ciottoli. Proprio sul ponte di San Cristoforo, che attraversa il Naviglio Grande, si consuma l’epilogo della vicenda raccontata in Questa non è una storia d’amore, sul finire del terzo episodio.
Il cimitero monumentale, ultima dimora di personaggi illustri come Alessandro Manzoni, Francesco Sforza, Ludovico il Moro e, più recentemente, Eugenio Montale, Luchino Visconti, Enzo Biagi, è invece al centro dell’indagine raccontata nei tre episodi successivi, Di rabbia e di vento, che ruota attorno al mondo della prostituzione e ad un misterioso tesoro.
Carlo Monterossi è un autore televisivo disilluso che deve il suo successo a programmi trash che detesta. Una sera evita la morte per un colpo di fortuna e decide di improvvisarsi detective per scoprire cosa si cela dietro al suo tentato omicidio.