Il Gattopardo è la serie Netflix in sei episodi tratta dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, prodotta da Indiana Production e Moonage Pictures.
Nel cast Kim Rossi Stuart veste i panni di Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina, Benedetta Porcaroli è Concetta, Deva Cassel e Saul Nanni interpretano Angelica e Tancredi. Nel cast anche Paolo Calabresi, Francesco Colella, Astrid Meloni e Greta Esposito.
Alla regia Tom Shankland, affiancato da Giuseppe Capotondi (episodio 4) e Laura Luchetti (episodio 5). La serie, scritta da Richard Warlow, che ne è anche creatore ed executive producer, assieme a Benji Walters, riscopre la modernità di un racconto, quello del Principe di Salina e della sua famiglia, che è quello dell’Italia di ieri e di oggi.
Il direttore della fotografia è Nicolaj Bruel. I costumi della serie sono a firma di Carlo Poggioli ed Edoardo Russo, le scenografie di Dimitri Capuani. Le musiche originali sono di Paolo Buonvino.
Basato su uno dei più grandi romanzi italiani di tutti i tempi, il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo è un racconto epico, sorprendente e sensuale, ambientato in Sicilia durante i moti del 1860. La trasposizione seriale ha un precedente illustre, l'omonimo film di Luchino Visconti del 1963 con Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale. La serie esplora con lo sguardo di oggi temi universali che si tramandano da secoli: il potere, l’amore e il costo del progresso.
Le riprese, partite a Roma nell'aprile del 2023, sono durate oltre quattro mesi, e si sono svolte, oltre che nella Capitale, anche in Sicilia, tra Palermo, Siracusa e Catania e a Torino.
Le prime immagini della serie riprese dall'alto mostrano il lanternino ottagonale con colonnine tortili del campanile (1690 ca.) e la cupola in maiolica policroma (1724) della Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, per poi scendere in basso, sulla scenografica fontana Pretoria, nella piazza omonima, chiusa sullo sfondo dalla Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria.
A un passo dalla fontana, l’incrocio più famoso della città, tra la stessa via Vittorio Emanuele e via Maqueda. Si tratta dei Quattro canti di piazza Villena, anche noti come Ottagono del Sole o Teatro del Sole, capolavoro urbanistico del barocco siciliano, opera del fiorentino Giulio Lasso, poi concluso dal palermitano Mariano Smeriglio.
Da qui, imboccando proprio via Maqueda, oltre le già citate fontana Pretoria e la Chiesa dei Teatini, si raggiunge piazza Bellini e un’altra location basilare della serie, nonché una delle grandi emergenze medievali della città: la Chiesa di San Cataldo, nota anche come la Martorana, risalente alla metà del XII secolo e immediatamente riconoscibile per le tre cupole rosse in asse, che ne fanno un raro esempio di architettura arabo-normanna.
Qui e nella dirimpettaia chiesa dei Teatini vengono ambientati nella prima puntata gli esterni del convento del Sacro Redentore, luogo letterario in cui vediamo Concetta (Benedetta Porcari) all’inizio della storia e in cui tornerà dopo la delusione amorosa per l’unione tra Tancredi (Saul Nanni) e Angelica (Deva Cassel). In realtà, però, la chiesa all’interno è quella trasteverina di Santa Maria dell’Orto (Roma) con la grande M mariana sulla finestra di fondo, mentre nella terza e nella quarta puntata, Concetta e altri personaggi si muovono in un chiostro con arcate a sesto acuto rette da colonnine binate a ridosso delle cupole rosse. Anche se queste sono sempre quelle di San Cataldo con la chiesa della Martorana visibile di fianco, il chiostro è quello di XII-XIII secolo di San Giovanni degli Eremiti, con la sua vegetazione lussureggiante e l’identitario pozzo di età normanna in corrispondenza di una precedente cisterna araba.
Nel romanzo, poi, viene citato un altro monastero di benedettine, fondato dalla Beata Corbera, antenata dei principi di Salina, che compare nella terza puntata della serie. Ciò che vediamo, però, è la Badia di San Sebastiano ad Alatri (FR), luogo storicamente connesso a una delle pause di san Benedetto da Norcia durante il suo viaggio da Subiaco a Montecassino. Nelle riprese lo vediamo dall’esterno, all’arrivo della carrozza con i principi di Salina e padre Pirrone (Paolo Calabresi), e poi nel bel chiostro romanico con la fontana, dove don Fabrizio parla con la madre superiora.
Della città, naturalmente, non può mancare la mole della Cattedrale dell'Assunta, di cui viene ripresa la parte che dà ancora una volta su via Vittorio Emanuele, fino ad addentrarci in via Matteo Bonello, dove dominano lo spazio i due arcoponti normanni di XII secolo, eppure già gotici, che collegano la facciata della chiesa al campanile (oggi neogotico, ricostruito da Emmanuele Palazzotto nel 1835-40, dopo i danni del terremoto del 1823), eretto su una delle torri delle antiche mura punico-romane.
Palazzo Comitini di Palermo, in particolare una grande sala decorata con stucchi, affreschi e un pavimento di maioliche siciliane con l'imponente tavolo da pranzo al centro, ha ospitato le tantissime scene di colazioni e pranzi della famiglia a Villa Salina; sui fondi della stanza sono stati posti piccoli salotti e gruppi di piante. Si trova a Palermo anche Villa Wirz, dimora cinquecentesca in cui vive Tancredi.
In diversi frangenti Palermo viene anche “interpretata” da altre città, come visto con la romana chiesa di Santa Maria dell’Orto. Lo stesso avviene per il ballo della liberazione, tra nobili palermitani e i conquistatori garibaldini, inscenato nel grande salone dell’orchestra di Palazzo Biscari a Catania.
Il matrimonio tra Angelica e Tancredi, che nella quarta puntata della serie si svolge idealmente a Palermo, in realtà è girato a Roma, nella chiesa dei Santi Nomi di Gesù e Maria.
Il viaggio in carrozza che la famiglia Salina affronta verso l'immaginario paese di montagna di Donnafugata per sfuggire al caldo di Palermo, durante il quale il principe paragona la natura circostante al suo stato d'animo tra "montagne deserte come la disperazione" e "campagna funerea", è stato girato nel paesaggio quasi desertico dei calanchi di Cannizzola, mentre Donnafugata rinasce nella piazza Duomo di Ortigia, l'isola che costituisce la parte più antica di Siracusa, completamente stravolta da interventi scenografici, con terra battuta stesa sul pavimento stradale, per trasformarla in un piccolo borgo rurale del XIX secolo.
Per rappresentare Villa Salina, residenza della famiglia del principe Fabrizio Corbera (Kim Rossi Stuart) e pertanto uno dei centri focali del racconto, è stata scelta la settecentesca Villa Valguarnera a Bagheria, negli ultimi anni protagonista anche per L'arte della gioia (2024) di Valeria Golino, Anna di Niccolò Ammaniti (2021) e La dea fortuna di Ferzan Özpetek (2019). Alla scenografica struttura con ali laterali che fanno da esedra al corpo centrale arretrato, fa da contraltare l’interno, girato a Palazzo Comitini, oggi sede istituzionale della Città Metropolitana di Palermo (la sfarzosa sala Martorana è più volte teatro delle scene della serie).
Per gli interni, girati per lo più a Roma (set negli studi di Cinecittà), i tessuti delle ville e palazzi sono vissuti e polverosi a simboleggiare la decadenza della nobiltà dell'epoca. Spesso si tratta di più luoghi messi insieme e fatti combaciare come se fossero uno solo. Quasi tutte le location della serie sono state arredate da zero e rese vive e vissute attraverso oggettistica (ma anche piante e fiori, essendo il principe di Salina un appassionato di botanica) che raccontasse i personaggi. Villa Parisi a Frascati ha ospitato la scena della cena con la famiglia Sedara nel Palazzo di Donnafugata. Coinvolto nel set anche il centro storico della vicina Tivoli.
Per il gran ballo, che nel romanzo si svolge a Palazzo Ponteleone e durante il quale don Fabrizio e Angelica danzano sotto gli occhi di tutti gli astanti, si è scelto il salone delle feste del Grand Hotel Plaza di Roma.
Nella quinta puntata della serie, la storia si sposta in maniera determinante a Torino, dove ormai si è stabilita la capitale del Regno e dove vanno a vivere Angelica e Tancredi, nella loro sfrenata arrampicata sociale. Il treno sbuffa in direzione nord, simbolo di un paese ormai unificato, e la macchina da presa, come aveva fatto nella prima puntata con la cupola di San Giuseppe dei Teatini a Palermo, fa la medesima cosa con quella della Basilica di Superga di Filippo Juvarra (1717-31), affacciandosi sulla vallata con la città attraversata dal Po e quindi scendendo su piazza Carignano e sull’omonimo Palazzo Carignano. L’edificio, costruito per Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano, è uno dei capolavori barocchi del teatino Guarino Guarini, che in quegli anni realizzò anche la cappella della Sacra Sindone (1680), con la famosa cupola che infatti viene inquadrata più avanti nella stessa puntata “torinese” della serie.
Nella serie vediamo anche gli scranni dei deputati del Parlamento Subalpino, oggi parte del Museo nazionale del Risorgimento Italiano, quando don Fabrizio viene invitato a diventare membro del Senato, allora la camera alta del Parlamento, a nomina regia; nonché, sul retro del palazzo, piazza Carlo Alberto con il monumento equestre all'uomo che fu re di Sardegna dal 1831 al 1847, opera di Carlo Marrocchetti.
Le altre scene di esterni, dove sono state piazzate comparse in costumi d'epoca e carrozze ottocentesche trainate da cavalli, coinvolgono piazza Palazzo di Città e il parco Caduti dei Lager Nazisti. Per gli altri interni "torinesi" sono stati invece utilizzati anche Palazzo Carignano, Palazzo Birago di Borgaro, Palazzo Cisterna.
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Alla regia Tom Shankland, affiancato da Giuseppe Capotondi (episodio 4) e Laura Luchetti (episodio 5). La serie, scritta da Richard Warlow, che ne è anche creatore ed executive producer, assieme a Benji Walters, riscopre la modernità di un racconto, quello del Principe di Salina e della sua famiglia, che è quello dell’Italia di ieri e di oggi.
Il direttore della fotografia è Nicolaj Bruel. I costumi della serie sono a firma di Carlo Poggioli ed Edoardo Russo, le scenografie di Dimitri Capuani. Le musiche originali sono di Paolo Buonvino.
Basato su uno dei più grandi romanzi italiani di tutti i tempi, il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo è un racconto epico, sorprendente e sensuale, ambientato in Sicilia durante i moti del 1860. La trasposizione seriale ha un precedente illustre, l'omonimo film di Luchino Visconti del 1963 con Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale. La serie esplora con lo sguardo di oggi temi universali che si tramandano da secoli: il potere, l’amore e il costo del progresso.
Le riprese, partite a Roma nell'aprile del 2023, sono durate oltre quattro mesi, e si sono svolte, oltre che nella Capitale, anche in Sicilia, tra Palermo, Siracusa e Catania e a Torino.
Le prime immagini della serie riprese dall'alto mostrano il lanternino ottagonale con colonnine tortili del campanile (1690 ca.) e la cupola in maiolica policroma (1724) della Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, per poi scendere in basso, sulla scenografica fontana Pretoria, nella piazza omonima, chiusa sullo sfondo dalla Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria.
A un passo dalla fontana, l’incrocio più famoso della città, tra la stessa via Vittorio Emanuele e via Maqueda. Si tratta dei Quattro canti di piazza Villena, anche noti come Ottagono del Sole o Teatro del Sole, capolavoro urbanistico del barocco siciliano, opera del fiorentino Giulio Lasso, poi concluso dal palermitano Mariano Smeriglio.
Da qui, imboccando proprio via Maqueda, oltre le già citate fontana Pretoria e la Chiesa dei Teatini, si raggiunge piazza Bellini e un’altra location basilare della serie, nonché una delle grandi emergenze medievali della città: la Chiesa di San Cataldo, nota anche come la Martorana, risalente alla metà del XII secolo e immediatamente riconoscibile per le tre cupole rosse in asse, che ne fanno un raro esempio di architettura arabo-normanna.
Qui e nella dirimpettaia chiesa dei Teatini vengono ambientati nella prima puntata gli esterni del convento del Sacro Redentore, luogo letterario in cui vediamo Concetta (Benedetta Porcari) all’inizio della storia e in cui tornerà dopo la delusione amorosa per l’unione tra Tancredi (Saul Nanni) e Angelica (Deva Cassel). In realtà, però, la chiesa all’interno è quella trasteverina di Santa Maria dell’Orto (Roma) con la grande M mariana sulla finestra di fondo, mentre nella terza e nella quarta puntata, Concetta e altri personaggi si muovono in un chiostro con arcate a sesto acuto rette da colonnine binate a ridosso delle cupole rosse. Anche se queste sono sempre quelle di San Cataldo con la chiesa della Martorana visibile di fianco, il chiostro è quello di XII-XIII secolo di San Giovanni degli Eremiti, con la sua vegetazione lussureggiante e l’identitario pozzo di età normanna in corrispondenza di una precedente cisterna araba.
Nel romanzo, poi, viene citato un altro monastero di benedettine, fondato dalla Beata Corbera, antenata dei principi di Salina, che compare nella terza puntata della serie. Ciò che vediamo, però, è la Badia di San Sebastiano ad Alatri (FR), luogo storicamente connesso a una delle pause di san Benedetto da Norcia durante il suo viaggio da Subiaco a Montecassino. Nelle riprese lo vediamo dall’esterno, all’arrivo della carrozza con i principi di Salina e padre Pirrone (Paolo Calabresi), e poi nel bel chiostro romanico con la fontana, dove don Fabrizio parla con la madre superiora.
Della città, naturalmente, non può mancare la mole della Cattedrale dell'Assunta, di cui viene ripresa la parte che dà ancora una volta su via Vittorio Emanuele, fino ad addentrarci in via Matteo Bonello, dove dominano lo spazio i due arcoponti normanni di XII secolo, eppure già gotici, che collegano la facciata della chiesa al campanile (oggi neogotico, ricostruito da Emmanuele Palazzotto nel 1835-40, dopo i danni del terremoto del 1823), eretto su una delle torri delle antiche mura punico-romane.
Palazzo Comitini di Palermo, in particolare una grande sala decorata con stucchi, affreschi e un pavimento di maioliche siciliane con l'imponente tavolo da pranzo al centro, ha ospitato le tantissime scene di colazioni e pranzi della famiglia a Villa Salina; sui fondi della stanza sono stati posti piccoli salotti e gruppi di piante. Si trova a Palermo anche Villa Wirz, dimora cinquecentesca in cui vive Tancredi.
In diversi frangenti Palermo viene anche “interpretata” da altre città, come visto con la romana chiesa di Santa Maria dell’Orto. Lo stesso avviene per il ballo della liberazione, tra nobili palermitani e i conquistatori garibaldini, inscenato nel grande salone dell’orchestra di Palazzo Biscari a Catania.
Il matrimonio tra Angelica e Tancredi, che nella quarta puntata della serie si svolge idealmente a Palermo, in realtà è girato a Roma, nella chiesa dei Santi Nomi di Gesù e Maria.
Il viaggio in carrozza che la famiglia Salina affronta verso l'immaginario paese di montagna di Donnafugata per sfuggire al caldo di Palermo, durante il quale il principe paragona la natura circostante al suo stato d'animo tra "montagne deserte come la disperazione" e "campagna funerea", è stato girato nel paesaggio quasi desertico dei calanchi di Cannizzola, mentre Donnafugata rinasce nella piazza Duomo di Ortigia, l'isola che costituisce la parte più antica di Siracusa, completamente stravolta da interventi scenografici, con terra battuta stesa sul pavimento stradale, per trasformarla in un piccolo borgo rurale del XIX secolo.
Per rappresentare Villa Salina, residenza della famiglia del principe Fabrizio Corbera (Kim Rossi Stuart) e pertanto uno dei centri focali del racconto, è stata scelta la settecentesca Villa Valguarnera a Bagheria, negli ultimi anni protagonista anche per L'arte della gioia (2024) di Valeria Golino, Anna di Niccolò Ammaniti (2021) e La dea fortuna di Ferzan Özpetek (2019). Alla scenografica struttura con ali laterali che fanno da esedra al corpo centrale arretrato, fa da contraltare l’interno, girato a Palazzo Comitini, oggi sede istituzionale della Città Metropolitana di Palermo (la sfarzosa sala Martorana è più volte teatro delle scene della serie).
Per gli interni, girati per lo più a Roma (set negli studi di Cinecittà), i tessuti delle ville e palazzi sono vissuti e polverosi a simboleggiare la decadenza della nobiltà dell'epoca. Spesso si tratta di più luoghi messi insieme e fatti combaciare come se fossero uno solo. Quasi tutte le location della serie sono state arredate da zero e rese vive e vissute attraverso oggettistica (ma anche piante e fiori, essendo il principe di Salina un appassionato di botanica) che raccontasse i personaggi. Villa Parisi a Frascati ha ospitato la scena della cena con la famiglia Sedara nel Palazzo di Donnafugata. Coinvolto nel set anche il centro storico della vicina Tivoli.
Per il gran ballo, che nel romanzo si svolge a Palazzo Ponteleone e durante il quale don Fabrizio e Angelica danzano sotto gli occhi di tutti gli astanti, si è scelto il salone delle feste del Grand Hotel Plaza di Roma.
Nella quinta puntata della serie, la storia si sposta in maniera determinante a Torino, dove ormai si è stabilita la capitale del Regno e dove vanno a vivere Angelica e Tancredi, nella loro sfrenata arrampicata sociale. Il treno sbuffa in direzione nord, simbolo di un paese ormai unificato, e la macchina da presa, come aveva fatto nella prima puntata con la cupola di San Giuseppe dei Teatini a Palermo, fa la medesima cosa con quella della Basilica di Superga di Filippo Juvarra (1717-31), affacciandosi sulla vallata con la città attraversata dal Po e quindi scendendo su piazza Carignano e sull’omonimo Palazzo Carignano. L’edificio, costruito per Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano, è uno dei capolavori barocchi del teatino Guarino Guarini, che in quegli anni realizzò anche la cappella della Sacra Sindone (1680), con la famosa cupola che infatti viene inquadrata più avanti nella stessa puntata “torinese” della serie.
Nella serie vediamo anche gli scranni dei deputati del Parlamento Subalpino, oggi parte del Museo nazionale del Risorgimento Italiano, quando don Fabrizio viene invitato a diventare membro del Senato, allora la camera alta del Parlamento, a nomina regia; nonché, sul retro del palazzo, piazza Carlo Alberto con il monumento equestre all'uomo che fu re di Sardegna dal 1831 al 1847, opera di Carlo Marrocchetti.
Le altre scene di esterni, dove sono state piazzate comparse in costumi d'epoca e carrozze ottocentesche trainate da cavalli, coinvolgono piazza Palazzo di Città e il parco Caduti dei Lager Nazisti. Per gli altri interni "torinesi" sono stati invece utilizzati anche Palazzo Carignano, Palazzo Birago di Borgaro, Palazzo Cisterna.
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Don Fabrizio Corbera, principe di Salina, conduce una vita intrisa di bellezza e privilegio. Ma l’aristocrazia siciliana si sente minacciata dall’unificazione italiana, e Fabrizio si rende conto che il futuro della sua casata e della sua famiglia è in pericolo. Per non soccombere, Fabrizio sarà costretto a stringere nuove alleanze, anche se questo significherà andare contro ai suoi principi, fino a trovarsi di fronte ad una scelta che pare impossibile. Don Fabrizio avrà il potere di organizzare un matrimonio che salverebbe il futuro della sua famiglia, quello tra la ricca e bellissima Angelica e suo nipote Tancredi ma, facendolo, spezzerebbe il cuore della sua adorata figlia Concetta.