La storia di Unicorni, di Michela Andreozzi, si sviluppa negli ambienti ordinari delle famglie con figli, tra scuola, casa, parco, e racconta le difficoltà dell’essere genitori ai giorni nostri. Il titolo Uncorni si rifà alla figura mitologica per descrivere la storia di una famiglia che, come tante, si trova ad affrontare una declinazione della diversità all’interno del proprio nucleo, in mezzo a dubbi, paure e pregiudizi inconsci.
Il film è ambientato a Roma. Tra le location utilizzate, il lungotevere e il quartiere Monteverde, un ambiente ben conosciuto dalla regista e sceneggiatrice. C’è inoltre un luogo particolare in cui si sviluppano le scene più toccanti del film e si manifestano con maggiore potenza tutte le emozioni, la paura, l’amore, la rabbia, la speranza, di una storia molto delicata, è lo spazio in cui avvengono gli incontri del gruppo “Genitori Unicorni”, che Andreozzi ha voluto scegliere con particolare cura: “Volevo girare in un luogo circondato dalla natura - spiega la regista - Pensavo che questo potesse creare un ambiente più confortevole anche per i ragazzi che avrebbero partecipato. Abbiamo quindi cercato una location fuori Roma, nella zona de La Storta, dove ci sono diversi casali, e abbiamo trovato questo molto particolare, che tra l’altro si trova accanto a un’abitazione privata. La struttura è utilizzata come sala per ricevimenti o da ballo e probabilmente in passato era un ex lavatoio: ha proprio quella forma, e ci sono persino i sanpietrini dentro, all’ingresso della casa".
La storia di Unicorni, di Michela Andreozzi, si sviluppa negli ambienti ordinari delle famglie con figli, tra scuola, casa, parco, e racconta le difficoltà dell’essere genitori ai giorni nostri. Il titolo Uncorni si rifà alla figura mitologica per descrivere la storia di una famiglia che, come tante, si trova ad affrontare una declinazione della diversità all’interno del proprio nucleo, in mezzo a dubbi, paure e pregiudizi inconsci.
Il film è ambientato a Roma. Tra le location utilizzate, il lungotevere e il quartiere Monteverde, un ambiente ben conosciuto dalla regista e sceneggiatrice. C’è inoltre un luogo particolare in cui si sviluppano le scene più toccanti del film e si manifestano con maggiore potenza tutte le emozioni, la paura, l’amore, la rabbia, la speranza, di una storia molto delicata, è lo spazio in cui avvengono gli incontri del gruppo “Genitori Unicorni”, che Andreozzi ha voluto scegliere con particolare cura: “Volevo girare in un luogo circondato dalla natura - spiega la regista - Pensavo che questo potesse creare un ambiente più confortevole anche per i ragazzi che avrebbero partecipato. Abbiamo quindi cercato una location fuori Roma, nella zona de La Storta, dove ci sono diversi casali, e abbiamo trovato questo molto particolare, che tra l’altro si trova accanto a un’abitazione privata. La struttura è utilizzata come sala per ricevimenti o da ballo e probabilmente in passato era un ex lavatoio: ha proprio quella forma, e ci sono persino i sanpietrini dentro, all’ingresso della casa".
Paco Cinematografica, Vision Distribution, Neo Art Producciones
Lucio, conduttore di una nota trasmissione radiofonica, spigliato, brillante e dalle idee progressiste, è sposato con la bella Elena, insicura ed emotivamente dipendente del marito. I due hanno un’armoniosa famiglia allargata (che include la prima moglie ed una figlia di Lucio) ed un unico figlio: Blu, 9 anni, che adora vestirsi da femmina, ed è libero di farlo, col permesso di mamma e papà, solo quando è a casa. In occasione della recita scolastica, però, il bambino vuole a tutti i costi indossare il costume della Sirenetta: i suoi genitori, divisi tra il desiderio di assecondarlo e quello di proteggerlo, saranno i primi a dover riconsiderare la loro apertura mentale e a intraprendere un percorso di consapevolezza e accettazione, in cui saranno accompagnati da un gruppo eterogeneo di coppie di “Genitori Unicorni”, guidato da un’accogliente psicologa.
Desideri essere cancellato? Scrivi a: info@italyformovies.it
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